L'organizzazione sindacale torna alla carica e torna a colpire il cuore degli 'affari politici' del presidente e dei suoi alleati
Energie: nuovo attacco della Cgil al Governo Crocetta: “Evitare il rischio di perdere altri fondi europei”
L’ORGANIZZAZIONE SINDACALE TORNA ALLA CARICA E TORNA A COLPIRE IL CUORE DEGLI ‘AFFARI POLITICI’ DEL PRESIDENTE E DEI SUOI ALLEATI
La scorsa settimana la Cgil siciliana ha attaccato frontalmente il Governo regionale sulla questione energie alternative. Un attacco durissimo. Una pesante denuncia di “affari e affaristi”. Una sferzata che ha fatto tremare non soltanto la politica, ma anche la burocrazia regionale.
Il Governo non ha risposto. Il Presidente Rosario Crocetta, chiamato in causa come responsabile dell’amministrazione, si è chiuso nel totale silenzio. Su questa vicenda non ha replicato. L’unica replica – mettiamola così: questa è una nostra interpretazione – è arrivata oggi. Con Crocetta che abbassa i toni e dice di voler iscriversi al gruppo parlamentare del PD all’Ars.
Il messaggio politico che si ‘legge’ nel cambio di atteggiamento del governatore Crocetta è piuttosto chiaro: gli attacchi del PD, tutto sommato ‘politici’, si possono reggere. Gli attacchi della Cgil, su fatti specifici, diventano estremamente pericolosi. Anche perché di punti dolenti l’attuale amministrazione ne ha tanti, dalle pale eoliche al mega impianto agro-fotovoltaico di Gela dove aleggiano, tra gli altri, vecchie conoscenze della Giustizia.
Crocetta e i suoi alleati, insomma, cominciano ‘trantuliare’. Ma la Cgil siciliana tiene ferma la barre del timone, stasera, spara un nuovo ‘siluro’ al Governo. tema: sempre l’energia.
“La Cgil Sicilia – si legge nel comunicato – ha scritto al Comitato di sorveglianza del Po Fesr 2007/2013 e al Presidente della Regione per chiedere chiarimenti su alcune questioni che riguardano le energie rinnovabili, lefficienza energetica e il Piano di azione e coesione, allo scopo di scongiurare il rischio che altre risorse europee per il settore dellEnergia vadano perdute. E di pochi giorni fa, come già ricordato, la denuncia del sindacato della perdita del 50% delle risorse destinate allo sviluppo delle fonti rinnovabili e allefficienza energetica, dirottate su altri settori.
La Cgil, con Alfio La Rosa, componente dello stesso Comitato di sorveglianza, nella nota inviata anche alla Commissione europea e al partenariato economico e sociale chiede di sapere perché manchino ancora i decreti di finanziamento per 60 milioni euro relativi alla graduatoria per la produzione di energie rinnovabili ed efficienza energetica rivolta agli enti locali e già registrata dalla Corte dei Conti.
Se ci sono inadempienze dellorganismo intermedio – dice La Rosa ? si potrebbe procedere con penali o anche con la risoluzione del contratto.
Niente decreto di finanziamento ancora neppure per il contratto di programma firmato con la Meridionale Impianti: la Cgil chiede di conoscerne la ragioni.
Analogamente per il ritardo che si sconta nella promulgazione da parte del dirigente generale per lEnergia della graduatoria finale dellUnità di assistenza tecnica che deve supportare i Comuni per le iniziative del Patto dei sindaci e del Patto delle Isole.
La Cgil chiede anche di conoscere i contenuti della convenzione che, come si apprende da unintervista del dirigente generale, è stata sottoscritta dal Dipartimento energia con lUniversità di Palermo per un costo di 60 mila euro.
Critico inoltre il sindacato per il fatto che lo Start up del Patto dei sindaci deliberato dalla Giunta regionale preveda prima i Piani di azione per lenergia sostenibile e poi gli audit energetici.
Significa ? osserva La Rosa ? che si pensa di individuare le Azione e poi di fare la diagnosi energetica: il contrario di quello che andrebbe fatto.
La Cgil chiede infine di sapere come si procederà alla Costituzione del Fondo di garanzia per laccesso al credito delle Esco.
Il nostro obiettivo ? dice La Rosa ? è lo sviluppo delle rinnovabili e del settore dellefficienza energetica e non intendiamo consentire che ritardi o inadempienze facciano perdere altre risorse europee.