I componenti del comitato Casa x tutti e alcuni di quanti da anni attendono un alloggio sono stati ricevuti stamattina dai legali dell'Istituto autonomo case popolari, dopo aver manifestato davanti la sede. Al momento «cinque famiglie hanno necessità di alloggio immediato», afferma Fabrizio Cappuccio. «Vivono in alcuni casolari o in strutture fatiscenti». Guarda le foto
Emergenza case, bloccata la sede dell’Iacp «Non si possono lasciare cittadini senza tetto»
«Da mesi queste famiglie pretendono risposte dall’Iacp. Alcune hanno avanzato richieste anche da dieci anni». Stamattina alcuni nuclei familiari e i componenti del comitato Casa x tutti hanno bloccato gli uffici dell’Istituto autonomo case popolari, in via Dottor Consoli. Il comitato fa parte del collettivo Aleph, il quale a sua volta raccoglie il centro sociale Liotru, il coordinamento degli studenti Kaos e il gruppo Contrasto Picanello. «Vogliamo delle notizie, per questo motivo abbiamo realizzato questo blitz», afferma Fabrizio Cappuccio, uno degli attivisti. Una manifestazione che avuto dei frutti: «Siamo stati ricevuti i legali dell’Iacp e abbiamo ottenuto un incontro con il direttore per la prossima settimana». Al momento «cinque famiglie hanno necessità di alloggio immediato – spiega Cappuccio – le altre hanno sfratti a breve termine».
In passato la gestione dell’Istituto è stata al centro di diversi sospetti, con tanto di passaggio tra le aule del tribunale e commissariamento. Oggi a capo dell’ente c’è Calogero Punturo ed è al nuovo direttore che i componenti del collettivo chiedono risposte. «Deve farci sapere quali sono i piani futuri – afferma Fabrizio Cappuccio – finora si è espresso solo sulla morosità come problema principale dell’Iacp, ma negli ultimi dieci non ha funzionato niente». Gli interrogativi, però, riguardano anche l’amministrazione comunale. «Esistono questi nove milioni di euro assegnati grazie ai Pon metro – spiega riferendosi ai fondi per la riqualificazione urbana assegnati anche a Catania – il 30 per cento dovrebbe essere usato per l’edilizia popolare, ma non si sa se e quando verranno utilizzati».
Secondo i dati forniti dal comitato, sono 13mila gli aventi diritto a Catania e solo poche centinaia le assegnazioni. «Gli alloggi sono numerosi, ma nemmeno dall’Istituto hanno la specifica idea dei reali possedimenti o quanti siano occupati», denuncia Cappuccio. Altra soluzione potrebbe venire dagli «immobili comunali sfitti che potrebbero essere assegnati». Di certo non palazzo Bernini, la struttura abbandonata da anni che per il sindaco Enzo Bianco potrebbe essere utilizzata per progetti di housing sociale. «Dopo tutti questi anni di degrado avrebbe bisogno di una ristrutturazione da milioni di euro», sottolinea Fabrizio Cappuccio.
Durante l’incontro di oggi «le famiglie hanno esposto le proprie situazioni», racconta il referente. I cinque nuclei familiari più in difficoltà «alloggiano in alcuni casolari o in strutture fatiscenti». Una situazione che, con l’inverno in arrivo, non è più sostenibile. «Non si possono lasciare i cittadini senza un tetto e chiudere gli occhi. Molti hanno minori, figli di pochi mesi, alcuni hanno problemi di invalidità». E, annunciando una manifestazione per sabato 10 ottobre, il collettivo non esclude il ricorso a occupazioni nel caso in cui le soluzioni dovessero tardare. «L’emergenza è reale».