Elezioni Vittoria, Moscato nega accusa di corruzione «Mai ricevuto incarichi quando Nicosia era sindaco»

Ventiquattro ore di silenzio. Un giorno intero per leggere gli atti della Procura di Catania, capire esattamente di cosa lo si accusi e, di conseguenza, come difendersi. Il sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato, indice una conferenza stampa e la apre a tutti i cittadini che vogliano chiarimenti su cosa sia accaduto nel corso della campagna elettorale che lo ha portato, nell’estate scorsa, a vincere le amministrative. «Non parlo degli arrestati e degli altri indagati – ha precisato subito – e se qualcuno ha sbagliato deve pagare, ma noi andiamo avanti. Se qualcuno pensa che arretrerò di un centimetro, non mi conosce. Non abbandono Vittoria, e dagli innumerevoli attestati di stima che ho ricevuto so per certo che la città non ha abbandonato me».

È notizia di oggi che la prefettura di Ragusa ha sospeso dalla carica di consigliere Fabio Nicosia, arrestato ieri. Tornando a Moscato, rispetto all’indagine per voto di scambio politico-mafioso dal quale è derivato il terremoto giudiziario avvenuto prima delle elezioni dello scorso anno, la grave accusa è caduta, ma è rimasta la corruzione elettorale, che è il reato per il quale risulta attualmente indagato. «Per la Procura – ha affermato Moscato in una Sala degli specchi gremita – anche questa resta, al momento, una mera ipotesi, basata su questo pseudo-accordo che avrei stretto con l’ex sindaco Giuseppe Nicosia per arrivare alla stabilizzazione dei 60 netturbini della Tekra. Paradossale considerato che poi la stessa Procura dice che non era al corrente di questo accordo».

Moscato sembra molto provato. «È stata toccata la mia moralità – continua -. Si parla di una mia sudditanza in dieci anni di amministrazione Nicosia, dovuta al fatto che avrei ricevuto incarichi e percepito dei redditi. Questo mi rattrista, in primis, come uomo. Ho un’etica e, carte alla mano, posso affermare senza timore di essere smentito che in dieci anni all’opposizione dalla passata amministrazione, ho percepito solo i gettoni di presenza di consigliere comunale. Nessun altro incarico – assicura – e lo dimostrano i documenti che ho chiesto all’ufficio avvocatura relativi agli anni dal 2006 al 2016, senza considerare che mi sono abilitato alla professione di avvocato solo nel 2009». Sulla propria integrità, il primo cittadino non mostra timori. «Ho vietato di ottenere incarichi pure a mia moglie e ai colleghi del mio studio legale», sottolinea.

Altro punto importante su cui si poggia la difesa, le conversazioni telefoniche con il consigliere comunale Pippo Scuderi. «Da queste intercettazioni si evince – commenta – che forse la Procura non sa nemmeno che Scuderi era candidato in una delle mie liste e non più tra le fila del Pd. I cittadini di Vittoria non possono aver dimenticato che già prima del primo turno ho dichiarato che, in caso di ballottaggio, non avrei fatto accordi con nessuno, e così è stato. Se gli altri hanno deciso di sostenermi che colpa ne ho?».

Il primo cittadino passa poi alla questione più spinosa: l’assunzione dei netturbini e il passaggio dalla Tekra alla Ef Servizi Ecologici, che attualmente gestisce il servizio di raccolta differenziata. Moscato specifica tutti i passaggi. «Ho giurato il 21 giugno e due giorni dopo abbiamo avviato la fase burocratica per l’insediamento – attacca -. Mi si accusa del fatto che, in una settimana, io non sia riuscito ad avviare una procedura di evidenza pubblica e ci si dimentica che l’1 luglio ho dovuto nominare un commissario ad acta perché il dirigente del settore Ecologia Giuseppe Chiofalo (arrestato a marzo per abuso d’ufficio e concussione in un’altra vicenda, ndr) si è rifiutato di andare avanti con le carte». A quel punto, l’obiettivo sarebbe stato l’igiene. «Per non fare sprofondare la città nella spazzatura ho dovuto fare una proroga con la Tekra – va avanti il sindaco -. Tutto è stato concordato con la Prefettura e, in attesa della gara, ho licenziato Chiofalo. Il 22 luglio è stato approvato il progetto per la differenziata, che il 25 luglio abbiamo adottato in giunta. Mentre il 5 agosto abbiamo pubblicato la gara. In un mese – racconta – abbiamo portato avanti una procedura che la città attendeva da decenni. A quel punto, come da prassi, tutto è passato all’Urega e, nella trattativa, sono subentrati i sindacati. Io me ne sono tenuto fuori, anche perché francamente non sapevo che un sindaco potesse licenziare o assumere i dipendenti di una ditta privata».

Per il primo cittadino non esistono prove di telefonate o di incontri compromettenti. «In un anno e mezzo abbiamo combattuto il malaffare e l’ultima prova in ordine di tempo arriva dal mercato ortofrutticolo per il quale abbiamo chiesto 250 interdittive antimafia e all’interno del quale, da ieri, tre ditte non possono più entrare». Moscato, in conclusione, non nega di essere preoccupato per gli scenari che potrebbero aprirsi da qui a poco, ma ha aggiunto che «ci sono delle sentenze che attestano che un consiglio comunale non può decadere per un solo consigliere. In ogni caso le porte sono aperte, vengano e controllino tutti gli atti che vogliono».

Intanto il Movimento 5 stelle vittoriese  fa sapere che «dopo un’attenta valutazione dei fatti, chiede a gran voce lo scioglimento del civico consesso per ridare voce ai cittadini. In attesa delle decisioni che la Prefettura assumerà – si legge in una nota – continueremo a fare il nostro dovere, ma ci auguriamo che le risposte arrivino molto presto»


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