Elezioni Unict, si va al secondo turno Recca: «Voto di protesta, come per Grillo»

Fumata nera alle elezioni per il rettore dell’Università di Catania. Nettamente staccati dagli altri i due maggiori candidati, Giacomo Pignataro e Pippo Vecchio, che però non hanno raggiunto il quorum, 847 voti necessari per diventare magnifico al primo turno. Il docente di Scienze delle finanze ha ottenuto 745 voti. Il suo diretto rivale, l’ex preside dell’ex facoltà di Scienze politiche lo segue con 661 voti. Molto più indietro, come previsto prima della chiusura dei seggi, gli altri due candidati. Enrico Iachello ha ottenuto 108 preferenze, mentre il quarto candidato, Vittorio Calabrese, aveva già annunciato una sorta di ritiro (opzione non prevista dal regolamento elettorale) ricevendo tre voti. Quindici le schede nulle, 25 quelle bianche.

Piuttosto alta l’affluenza. Si è recato alle urne il 92,51 per cento dei docenti e dei rappresentanti degli studenti e l’86,95 per cento del personale tecnico amministrativo. Il voto di quest’ultima categoria pesa in maniera diversa, è infatti ponderato del dieci per cento. Una singola preferenza dei docenti e dei rappresentanti degli studenti ne vale quasi nove del personale (8,72). E’ proprio da questa categoria che viene – quasi a sorpresa – un ottimo risultato per Pignataro che guadagna 674 voti, più del doppio di quelli ottenuti da Vecchio (326).

Un risultato che non soddisferà di certo l’ex preside di Scienze politiche che contava sull’appoggio pubblico del rettore Antonino Recca e sui voti a lui dirottati da Vittorio Calabrese. «E’ un voto di protesta», così analizza il magnifico uscente la giornata. Recca, candidato al Senato della lista Monti, ha osservato le operazioni di scrutinio dal fondo dell’aula magna del palazzo Centrale. Gremita per l’occasione, ma nella quale il silenzio era rotto solo dalla lettura dei voti. Il Magnifico uscente paragona la situazione all’interno dell’Ateneo con quella del Paese, in particolare il voto si sarebbe espresso «contro il governo uscente, in questo caso il mio», a favore di un candidato che rappresenterebbe il corrispettivo del Movimento cinque stelle. «Qui c’è una forma di grillismo – dichiara – che ha portato a questo vantaggio considerevole, considerati i numeri, del professore Pignataro». Il rettore Recca si dice comunque pronto a collaborare con Giacomo Pignataro qualora vincesse, ma «ancora non l’ha fatto» sottolinea, «così come ho collaborato con lui i primi anni del mio governo, quando era mio delegato», aggiunge.

Il rettore candidato con Mario Monti, non è preoccupato per la sorte delle elezioni politiche in cui ambisce a una poltrona al Senato. «Non c’è la preferenza quindi almeno siamo più sereni. Semmai andrà male il partito», dice. Ma non nasconde un po’ di amarezza per il risultato di ieri sera: «Avendo pensato che c’era una forte prevalenza per Vecchio, ho sbagliato i conti – ammette – Può capitare, si ricomincia».

Stamani i concorrenti sono stati irreperibili. I quattro ritorneranno in ballo la prossima settimana, giovedì 28. Non è previsto un ballottaggio, quindi per le prime tre consultazioni può essere nominato qualsiasi candidato che abbia raggiunto la maggioranza assoluta tra gli aventi diritto. Solo alla quarta, l’ultima, la scelta è ristretta ai due che hanno ottenuto più voti nel corso della terza consultazione. Ma ormai è chiaro che sarà una corsa a due. L’incognita è rappresentata dal prof. Iachello, il quale ha ottenuto proprio quel centinaio di voti che sono mancati a Pignataro per essere eletto al primo turno. Continuerà a giocarsela fino in fondo o annuncerà pubblicamente l’appoggio a uno dei due sfidanti? Se tutto resterà così, non è scontato immaginare come si muoveranno i suoi elettori. Sceglieranno un candidato apertamente opposto alla linea dell’uscente Recca o si posizioneranno tra le fila dei sostenitori di Vecchio? Come ha dichiarato alla chiusura dello spoglio il decano Mario Marino, «il risultato lo sapremo il 28, quando il papa si dimetterà».

Carmen Valisano

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