Elezioni studentesche tra autonomia e condizionamenti

Ho volutamente atteso che le scadenze elettorali ultime trascorressero per intervenire su alcuni aspetti relativi all’avvenuta elezione degli studenti grandi elettori che dovranno contribuire a scegliere il nuovo Rettore.

Intendo preliminarmente complimentarmi con tutte le elette e tutti gli eletti e con le relative liste. Si è manifestato un aumento della percentuale dei votanti, pur se in presenza, in assoluto, di un notevole astensionismo. I candidati attuali alla carica di Rettore hanno dimostrato grande sensibilità nell’essere disponibili al confronto sui programmi. Perché di questo c’era e c’è bisogno, di entrare nel merito dei contenuti, di non sprecare l’occasione per contribuire concretamente al rilancio del nostro Ateneo.

Si è anche espresso sui siti studenteschi un notevole dibattito e sull’attuale meccanismo elettorale dei grandi elettori (certamente da cambiare) e sulla relativa campagna elettorale quale è apparsa e sui risultati.

 

Si è positivamente molto discusso di autonomia e processi di partecipazione democratica. Vorrei sinteticamente manifestare il mio punto di vista:

1. Risvolto di non secondaria importanza dell’autonomia è l’indipendenza dagli schieramenti politico-partitici e dai poteri esterni. Un Rettore avrà pure la sua visione del mondo -come negarlo!?-, ma nell’espletamento della sua funzione dovrà essere rigorosamente super partes e rispondere unicamente agli interessi dell’Istituzione che rappresenta.

2. La partecipazione democratica vive se si esprime un confronto vero su contenuti in riferimento ai quali si esprime una scelta.

 

Sulla base di questi convincimenti la mia condotta in occasione dell’elezione degli studenti grandi elettori è stata la seguente:

1. Non ho cercato incontri con Partiti politici, non perché non consideri importanti il loro ruolo e il confronto con il mondo politico per la gestione dell’Università, ma perché preferisco che il confronto sia pubblico. Chi vuole un confronto pubblico con me sa dove trovarmi.

2. Non ho cercato incontri con rappresentanti delle Associazioni studentesche prima che elaborassero le relative liste di candidati, perché ho ritenuto che la formulazione dei loro programmi e candidati dovessero avvenire in piena autonomia.

3. Presentate le liste, sulla base delle “Prime linee guida” del mio programma, ho incontrato chi mi ha chiesto un confronto e ho tenuto un incontro pubblico il 10 maggio avvisando direttamente anche le liste di cui possedevo recapito.

 

Quel che è avvenuto presenta una varietà di comportamenti:per quel che mi risulta, vi sono state alcune liste che, sentiti i due attuali candidati, hanno espresso una scelta; qualche lista che ancora non si è espressa; parecchie liste che, pur non avendo avviato un confronto con ambedue i candidati, hanno fornito un’indicazione di preferenza. Che dire? Il rappresentante d’una lista da me contattato per un incontro mi ha risposto in questi termini:“Guardi che noi abbiamo come riferimento il Consigliere comunale X che fa parte della segreteria politica dell’on. Y. Le dico questo affinché lei non perda tempo”. Gli ho risposto che comunque per me confrontarmi non è perdita di tempo.

 

Che aggiungere? Certe scelte, molte, sono state calate dall’alto aprioristicamente? Quando parlo di indipendenza dagli schieramenti politico-partitici e di confronto vero non faccio demagogia, ci credo e lo dimostro con i fatti. Pertanto continuerò a cercare il confronto con tutti affinché lievitino una coscienza e una partecipazione democratica più diffuse.


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