Sosterra' la candidatura di guy verhofstadt alla presidenza della commissione europea
Elezioni europee: al via la lista unitaria dei Liberali Democratici
SOSTERRA’ LA CANDIDATURA DI GUY VERHOFSTADT ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA
di Livio Ghersi
Pure in politica talvolta prevalgono la ragionevolezza ed il buon senso e la discussione porta a conclusioni positive. Così la buona notizia è che è stato scongiurato il rischio di disperdere i voti dell’area liberal-democratica fra due liste concorrenti. Sarà presentata una lista unitaria italiana che sosterrà, a nome del Gruppo dei Liberali Democratici europei (ALDE), la candidatura di Guy Verhofstadt (a sinistra: foto tratta da polisblog.it) alla Presidenza della Commissione europea.
Nella Conferenza stampa di presentazione, tenutasi il 5 aprile a Roma, lo stesso Verhofstadt ha ricordato quella che, da sempre, è l’impostazione dei liberaldemocratici europei: l’integrazione europea è il vero ed unico motore possibile di un prospero futuro del nostro continente. La lista dell’ALDE sarà «veramente e radicalmente pro-Europa». Proprio chi si sente ed è effettivamente europeo, ed ha cuore il futuro dell’Unione, vuole essere protagonista di un processo di correzione e di riforma dei meccanismi istituzionali, delle procedure, delle norme dei Trattati che si sono rivelati inadeguati, o sbagliati. In questo senso, ha affermato Verhofstadt, va sempre più superato l’attuale sistema decisionale inter-governativo, per puntare, invece, su un’Europa federale. I primi obiettivi da perseguire, a breve e medio termine, sono l’unione bancaria, e la costruzione di mercati sempre più integrati nella dimensione continentale in materia di capitali, di energia, di servizi, di tecnologia digitale. Tutti questi provvedimenti possono tradursi in concrete opportunità di nuova occupazione, soprattutto per i giovani.
Una strategia improntata allo sviluppo ed alla crescita non può significare indulgere a maggiore indebitamento. In particolare, in un Paese che ha il livello di debito pubblico dell’Italia. Debito, si ricordi, che non è stato determinato soltanto dalle politiche dello Stato; ma che trae le proprie origini anche dal modo in cui sono state governate alcune Regioni e sono stati amministrati alcuni Comuni. Verhofstadt ha parlato di necessaria disciplina fiscale e di bilancio. Noi traduciamo: bisogna tenere in ordine i conti pubblici, occorre rispetto per il denaro pubblico proveniente dalla generalità dei contribuenti, basta con sprechi e ruberie, basta con i trattamenti privilegiati, tanto più odiosi quanto più la stragrande maggioranza della popolazione è chiamata a fare sacrifici. Eliminare sprechi e privilegi significa liberare risorse: che possono andare a vantaggio di tutti.
La lista unitaria dell’ALDE, che gode del consenso di una platea più vasta di gruppi ed associazioni, politici e culturali, è soprattutto espressione di tre formazioni politiche italiane, le quali hanno deciso di stringere un’alleanza elettorale. I loro simboli sono riportati in basso nel logo della lista, ricompresi nel più ampio simbolo di “Scelta Europea con Guy Verhofstadt”. Guardando l’immagine, da sinistra verso destra: Centro Democratico, Scelta Civica per l’Italia, Fare per fermare il declino. Saranno pure ricandidati alcuni deputati uscenti che hanno onorato il proprio mandato, come Niccolò Rinaldi, attualmente vicepresidente dell’ALDE.
Nella parte superiore del simbolo, figura la dicitura “Alleanza Liberali Democratici Europei”; il che in Italia si riconduce idealmente alla tradizione liberale ed a quella democratico-repubblicana. Non è un caso che a presentare gli intervenuti nella Conferenza stampa sia stato il giornalista economico Enrico Cisnetto, il quale fece parte del Partito repubblicano italiano (PRI) ai tempi di Ugo La Malfa, e ora dirige l’Associazione “Società Aperta” ed il periodico telematico “Terza Repubblica”. “Terza”, nell’auspicio di superare prima possibile la cosiddetta seconda Repubblica italiana, quella del bipolarismo forzoso e del Berlusconi presentato come grande statista. «Forza Italia e Partito Democratico sono alla base della malattia dell’Italia», ha sostenuto Verhofstadt.
Il mio personale auspicio è che la lista italiana dell’ALDE ottenga rappresentanza nel Parlamento Europeo. A questo punto, infatti, l’obiettivo del superamento dell’alta soglia di sbarramento (quattro per cento, a dimensione nazionale) diventa concretamente conseguibile; mentre sarebbe stato impossibile nel caso fossero state presentate due liste. Per questa scelta di buon senso va ringraziato il Segretario politico di Scelta Civica, il Ministro Stefania Giannini.
Un buon risultato dell’ALDE nelle elezioni europee potrebbe innescare un processo virtuoso anche in Italia.
Tanto il Centro Democratico, quanto Scelta Civica, fanno parte della maggioranza parlamentare che esprime il Governo in carica. La formazione di Bruno Tabacci già nelle elezioni politiche del 2013 si è schierata nell’alleanza di Centrosinistra; Scelta Civica potrebbe aderirvi in un prossimo futuro. L’area politica di Centrosinistra, al momento, è completamente egemonizzata dal Partito Democratico. Cosa che, invece, non avviene nell’area del Centrodestra, la quale appare molto più articolata. Forse fin troppo, anche in relazione al declino personale di Berlusconi, dovuto all’età anagrafica, oltre che alle vicende giudiziarie.
L’egemonia del Partito Democratico non ha finora dato buoni frutti, quanto a qualità dei contenuti della proposta politica. Il PD trova conveniente fare accordi con Forza Italia per affermare un bipartitismo di fatto, estraneo alla storia politica italiana. Il risultato tipico di questa volontà di bipartitismo è dato dalla proposta di modifica della legge elettorale per la Camera dei Deputati; proposta, dal nostro puto di vista, radicalmente illiberale. Il PD è capace, nello stesso tempo: di sventolare le bandiere del decisionismo e del Governo forte, per strappare consensi all’opinione pubblica più destrorsa; di fare a gara con il Movimento Cinque Stelle nel ridurre la politica a questione di mera comunicazione, laddove tutto si risolve in slogan, più o meno efficaci, e prevale la voglia di semplificare ciò che, nella realtà, è complesso.
Un successo europeo delle formazioni che si riconoscono nell’ALDE potrebbe rendere possibile una migliore e più equilibrata strutturazione dell’offerta politica in Italia; nel senso di migliorare i contenuti della proposta politica come necessario viatico per il buongoverno e come antidoto contro la demagogia. Penso ad un Centrosinistra plurale; penso, soprattutto, alla costituzione di un Partito italiano liberale democratico.
Palermo, 05 aprile 2014