Elezioni Belpasso, Motta scelto per l’eredità di Caputo Ma c’è il patto Papale-Zitelli per il centrodestra unito

Non è stato privo di ostacoli il percorso che ha portato alla candidatura, ufficializzata pochi giorni fa, di Daniele Motta a sindaco di Belpasso. E di sorprese potrebbero ancora essercene. L’ex assessore è il nome scelto dall’attuale maggioranza di Carlo Caputo proprio per raccogliere il testimone del sindaco che, a dicembre, si era inaspettatamente ritirato dalla corsa al secondo mandato. La sua successione sembrava dapprima affare tra il vicesindaco Tony Di Mauro ed il presidente del Consiglio Salvo Licandri, ma dal confronto fra alleati era emerso chiaramente che la scelta di uno di loro avrebbe messo a repentaglio l’unità della coalizione. Cioè quell’aggregato di centristi ed ex autonomisti che nel 2013, con Caputo leader, aveva sbaragliato centrodestra – al governo di Belpasso da anni con Alfio Papale, oggi deputato regionale di Forza Italia – e centrosinistra. E che alle prossime Amministrative dovrà sostenere Motta attraverso quattro potenziali liste civicheL’altro candidato ufficiale, l’unico finora, è il coordinatore del Pd locale Nunzio Distefano, vicino all’ex assessore regionale Anthony Barbagallo

Oggi i favori del pronostico guardano ancora ai caputiani. Ma gli avversari di ieri potrebbero non essere più quelli di domani. E ciò potrebbe passare sugli equilibri come un terremoto. Perché da qualche mese Caputo – dimenticati i Liberal Pd di Enzo Bianco – ed il suo ex vicesindaco Giuseppe Zitelli sono ridiventati attori a pieno titolo del centrodestra siciliano. Il secondo è stato eletto deputato regionale nel movimento Diventerà bellissima del presidente Nello Musumeci con il totale sostegno del sindaco. Dal canto suo dichiaratosi pronto a votare per Raffaele Stancanelli alle prossime Politiche. Sempre dal centrodestra viene Papale, la cui area un candidato dovrebbe pure schierarlo. Il nome forte è l’ex presidente del Consiglio Nino Rapisarda con il supporto di un ex candidato sindaco, il civico Gregorio Guzzetta. Ma lo scenario di due pezzi di centrodestra che si contendono Belpasso non piace soprattutto ai piani alti della coalizione che a novembre ha espugnato palazzo d’Orleans. Proprio da qui è arrivata l’indicazione che ha spinto il duo di deputati Papale-Zitelli a stringere un vero e proprio «patto» di consultazione e anche più, in barba all’irriducibile scontro degli ultimi anni. 

Non lo nasconde Papale, che pare davvero intrigato dalla prospettiva di riunire il centrodestra anche a Belpasso. «Ci è stato chiesto di collaborare e da uomo di partito non mi sono sottratto – ammette a MeridioNews il forzista, in passato sindaco per più di dieci anni – d’altronde non penso che il conflitto faccia bene alla città, l’accordo va fatto nell’interesse di Belpasso che solo il centrodestra unito può garantire». Ecco allora perché Papale si dice «disposto a dimenticare tutto». La reunion – Caputo è stato pure vicesindaco di Papale prima dello strappo – s’ha da fare, e pazienza se qualche elettore potrebbe restare spiazzato. Aggiunge su questo il deputato: «Ѐ un problema loro – di Caputo e alleati, ndr – io non mi sono mai permesso di esprimere giudizi». 

Il sindaco uscente ha voluto incarnare l’alternativa giovane e smart proprio all’epoca Papale. Lo ricorda Salvo Licandri, rimasto solo papabile candidato perché l’unità dei caputiani andava preservata. «Motta rappresenta una giusta sintesi, fortemente voluta da noi», spiega il presidente del Consiglio a MeridioNews, convinto del valore della scelta compiuta. L’ex assessore – con un passato nel Partito popolare, nella Margherita e pure da fondatore del Pd a Belpasso – «serve a riequilibrare verso il centro la coalizione, senza predominanze che snaturerebbero il nostro progetto civico, che tale deve rimanere». 

E pazienza, Licandri non ha dubbi, per il centrodestra regionale e la «mano tesa» di Forza Italia. «Non ne so nulla – prosegue – ma penso che sarebbe solo opportunistico aprire un dialogo con chi fino a novembre rappresentava un altro modo di fare politica rispetto al nostro». Niente inciuci dell’ultim’ora né coalizione allargata, tutte cose «di cui si sarebbe dovuto discutere, nel caso, molti mesi prima». 

La trattativa però è lì, sotto gli occhi di tutti, e qualcosa accadrà. Daniele Motta, così, sarebbe ancora solo un nome avanzato da una parte in causa, e non un candidato sindaco bello e fatto. Il tempo è ancora tanto, sottolinea appena può Alfio Papale, e in quattro mesi – con le Politiche di mezzo – tutto può succedere. «Loro hanno scelto Motta, noi a breve decideremo pure fra nomi come Rapisarda, Guzzetta ma anche gente come il dottor Pippo Vasta – ragiona il deputato azzurro – poi discuteremo con gli altri». Lo schema Papale è tutto qui: «Ho promesso di andare d’accordo con tutti e così sarà». 


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