Effetto boomerang dei maxi compensi ai consiglieri Ersu Gli ex componenti chiedono l’erogazione dei conguagli

Il 4 dicembre del 2019 la Regione, attraverso il decreto a firma dell’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale Roberto Lagalla ha determinato la misura delle indennità spettanti ai consiglieri del cda Ersu, sulla base del numero degli iscritti nei singoli atenei. Se prima, infatti, i componenti dei Consigli di amministrazione degli Ersu siciliani percepivano somme che andavano da quattromila ai settemila euro lordi annui, adesso per gli atenei fino a 35mila iscritti, come Unime, le indennità si aggirano sui 14mila euro lordi l’anno, più 18mila euro annui lordi per il presidente. Per quelli con più di 35mila iscritti, come Unipa e Unict, le indennità valgono 16mila euro lordi annui per ciascun componente, ai quali si aggiungono i 20mila euro lordi annui per chi ricopre la carica di presidente. C’è, però, il rischio che l’aumento possa avere un effetto boomerang sulle casse dell’Ente, perché le nuove indennità attraggono anche gli ex consiglieri, e la corsa per accaparrarsele sembra già partita.   

Dopo la notizia pubblicata su questo giornale, infatti, alcuni ex componenti del cda dell’Ersu di Catania e il direttore Salvatore Cantarella, si sono riuniti in via informale – in quello che pare essere stato un incontro al fulmicotone -, per capire se sussiste la possibilità di beneficiare dei compensi non percepiti, così come rideterminati dal decreto Lagalla. «Stando a quanto appreso e in attesa di ulteriori verifiche – sostiene l’ex componente del cda Salvatore Santamaria interpellato da MeridioNews – i conguagli dovrebbero spettarci di diritto». La posizione di Santamaria, consigliere Ersu nel biennio 2009-2010 in quota Arcadia, associazione universitaria vicina al deputato regionale di Italia Viva Luca Sammartino, è condivisa anche dall’attuale consigliere comunale Luca Sangiorgio di Fratelli d’Italia – componente del cda Ersu nel biennio 2008-2010 con Alleanza Universitaria, associazione di riferimento del sindaco di Catania Salvo Pogliese – e dagli ex consiglieri Ersu Antonio Rosella di Libertas e Dario Davì, prima in Arcadia e adesso con Orizzonte, anche loro presenti all’incontro. Anche se Rosella e Davì – sebbene abbiamo provato a contattarli -, non intendono esporsi, tra richieste di accesso agli atti e lettere di diffida la battaglia pare sia già cominciata. «Chiederò un accesso agli atti – sostiene Luca Sangiorgio a MeridioNews -, visioneremo i documenti e se è il caso, come pensiamo che sia, provvederemo per vie legali». 

Tra questi c’è anche chi ha invitato l’Ente «a erogare le restanti somme per l’indennità da consigliere di amministrazione Ersu, svolta per 15 mesi continuativi», si legge nella lettera indirizzata all’Ersu dallo studio legale di un ex componente. Con l’avvertimento che se entro 30 giorni la richiesta non fosse evasa, si procederà in sede giudiziale. A spingere i componenti a richiedere i quanto non percepito è la disposizione di un articolo che disciplina l’erogazione dei compensi emessi prima del 2019. «L’Ersu di Catania si riserva di provvedere al conguaglio delle somme dovute a seguito di emissione del decreto del presidente della Regione Siciliana – si legge -, con cui si rideterminassero le indennità spettanti ai componenti del consiglio di amminstrazione». E, per gli ex componenti, tanto basta per legittimare la pretesa con cifre che, stando alla ricostruzione di questa testata, in alcuni casi raggiungerebbero i 12mila euro.  

«Una pretesa totalmente priva di fondamento – replica a MeridioNews il direttore dell’Ente etneo Salvatore Cantarella -, per il momento abbiamo ricevuto solo una richiesta formale e, peraltro, stando a quanto appreso dagli altri Ersu regionali, solo a Catania stanno richiedendo i conguagli». Per Cantarella, le pretese sarebbero «illegittime» in ragione della non retroattività della legge regionale che ne ridetermina la misura. Tuttavia il direttore ammette ciò che è avvenuto negli anni precedenti, quando le indennità venivano erogate senza alcun supporto normativo che ne indicasse l’effettivo ammontare. «Ci fossi stato io – conclude Cantarella – non avrei provveduto a erogare alcunché in assenza di una norma che mi permettesse di stabilirne il quantum». 


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