Editoria, generazioni a confronto/ 1 Ferrini: «Esperienza e novità vanno insieme»

Ho assistito al meeting sull’informazione a Catania, organizzato da Il tavolo e facilitato da Giuseppe Ursino. Ho preferito non intervenire durante il meeting per non rubare spazio ai tanti giornalisti presenti e a una scaletta di ospiti serratissima. Alcune mie riflessioni sul tema preferisco esporle qui. Dato che sul web non ci sono problemi di spazio e di tempo.

Ritengo ovviamente generalista e priva di qualsiasi fondamento l’equazione universitario=incapace come qualcuno ha affermato in riferimento alle nuove generazioni che vengono fuori da Scienze della comunicazione o dai laboratori universitari che sono due cose diverse e distinte e che in ogni caso non costituiscono una scuola di giornalismo.
Che poi la pratica, anche dopo un’eventuale scuola di giornalismo, sia indispensabile è assolutamente ovvio e vale per qualsiasi professione.

Preferisco non fare riferimento al progetto Radio Zammù, essendone parte in causa il mio commento potrebbe non essere oggettivo, ma mi sembra giusto sottolineare da semplice spettatore l’esperienza di Radio Lab e del giornale CTzen. Entrambi hanno radici nel mondo universitario, diversi dei ragazzi che ne fanno parte escono da quell’esperienza e, dato che si tratta di progetti privati che stanno sul mercato, vuol dire che sicuramente qualcosa di valido questi ragazzi a livello formativo hanno ricevuto, dato che sono riusciti a creare progetti editoriali nuovi ed interessanti.

E’ anche vero che il talento non è uguale per tutti e che poi ognuno segue percorsi diversi, in base alla proprie specificità: talento, dedizione, umiltà. Chi si crede arrivato e pronto per il mondo del lavoro solo perchè esce da una scuola o un laboratorio, a mio avviso ha già smesso ancor prima di cominciare. Il conflitto generazionale esiste in tutte le professioni, la rivoluzione tecnologica sta spostando certi equilibri e come molte volte capita la verità sta in mezzo.

Le competenze aggiuntive che oggi hanno i giovani costituiscono un valore supplementare ma non possono diventare una discriminante per chi ha una professionalità indiscutibile e magari essendo della cosiddetta vecchia scuola può non avere voglia o interesse e tantomeno deve sentirsi obbligato dal diventare anche fotografo, montatore, cameraman.
In un progetto editoriale serio, possono e devono convivere diverse anime e diverse caratteristiche una non esclude l’altra, anzi a mio avviso la completa. L’esperienza miscelata al talento ed alle nuove competenze dei giovani può essere una risorsa, non un limite.

In riferimento alla scottante tematica della sostenibilità finanziaria dei progetti online, sinceramente non concordo con lo scetticismo esposto da molti. Se tanti imprenditori investono risorse nelle radio e tv tradizionali basandosi su dati d’ascolto che sono soltanto sondaggi e quindi con una valenza assolutamente relativa e confutabile, non vedo perché non possano essere allettati da progetti online, che possano dimostare una visibilità certa e con numeri precisi, non ipotetici come i dati d’ascolto delle emittenti tradizionali.

Si sconta al momento una certa diffidenza tipica siciliana e della vecchia imprenditoria verso un mezzo relativamente nuovo come il web, ostacolo che con il tempo verrà presto superato. E a quel punto la battaglia si combatterà sul mercato e le uniche caratteristiche importanti saranno la validità del prodotto offerto, la visibilità certificata e un’ottima struttura per la ricerca pubblicitaria.

Grazie agli imprenditori de Il tavolo per aver organizzato questo incontro, è davvero lodevole che dei privati si assumano l’onere di tali iniziative. Per me è stata un’occasione per ascoltare e riflettere. Da tanti spunti, spesso nascone buone idee.

Ubaldo Ferrini

[Foto di Ubaldo Ferrini]


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