«Persone che non avevano titolo di arrivare a Villa San Giovanni, perché avrebbero dovuto trovare dei posti di blocco». Il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, in diretta social dopo la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, annuncia nuove misure legate alla gestione dell’emergenza coronavirus in Sicilia.
E riparte da una lettera scritta alla ministra Luciana Lamorgese per segnalare la situazione che si è venuta a creare a Villa San Giovanni, tra quelle famiglie, molte siciliane, che, non avendo titolo per rientrare in Sicilia, sono rimaste di fatto bloccate sullo Stretto e hanno già trascorso la prima notte in macchina. «Rischiano di passare una seconda notte in macchina – ha detto Musumeci -, sapevano che non si poteva attraversare lo Stretto, che era consentito il transito soltanto ad alcune categorie, i controlli non ci sono stati, io ho fatto quello che potevo fare da presidente della Regione». Adesso, però, Musumeci si appella al Viminale, affinché requisisca una struttura alberghiera nella quale quelle persone possano trascorrere il necessario isolamento. Si tratterebbe, da quanto detto da Musumeci, di circa 200 persone rimaste al di là dello Stretto, tra le quali bambini, anziani, donne incinta. «La Regione siciliana pagherà per i siciliani. Il ministro Lamorgese – aggiunge – si è reso assai disponibile con la Regione Sicilia quando abbiamo chiesto i controlli da parte dell’esercito, sono convinto che risponderà anche stavolta. A che serve tutto questo? Ad arginare la catena del contagio».
La quarantena in strutture ricettive sarà attivata anche in Sicilia, dove «abbiamo pronti – ha dichiarato ancora Musumeci – mille posti letto per le persone in quarantena, almeno cento per provincia e sicuramente di più in quelle più grandi. Hanno risposto decine di strutture alberghiere». Chi dovrà andare in isolamento in queste strutture, a spese del pubblico? «I positivi con pochi sintomi senza necessità di ricovero, quelli appena dimessi dall’ospedale, in condizioni stabili ma ancora positivi. Quelli che non sono stati sottoposti a tampone ma c’è necessità clinica di isolamento, e infine quei cittadini che devono andare in quarantena, ma che non possono farlo a casa propria perché sarebbe un pericolo per i familiari. Abbiamo chiesto alle strutture alberghiere di mettere a disposizione delle aree all’edificio, e nessuno potrebbe accedere a quelle strutture, né familiari né amici».
Ma Musumeci approfitta anche per lanciare la stilettata ai sindaci (e il riferimento al primo cittadino di Messina, Cateno De Luca, è stato esplicito), invitando tutti, ma soprattutto amministratori locali e deputati, a non fare speculazioni e polemiche: «Evitiamo i protagonismi, evitiamo la ricerca dei titoli sui giornali, c’è tempo per attaccare il governo, prima pensiamo a uscire da questa emergenza. Aiutatemi almeno col silenzio. A fine febbraio dicevo che era meglio bloccare gli arrivi dal Nord, il sindaco Messina mi criticò duramente, ma io avevo ragione».
Infine l’assessore alla Salute, Ruggero Razza ha fatto il punto sul piano per l’estensione dei posti letto di terapia intensiva e quelli di malattie infettive, che saranno attivati entro le prossime settimane. «Attualmente i posti di terapia intensiva disponibili sono 213, di cui 67 occupati. Ma arriveremo in totale a 587». Che saranno così divisi: 23 ad Agrigento, 36 a Caltanissetta, 128 a Catania, 22 ad Enna, 111 a Messina, 162 a Palermo, 40 a Ragusa, 30 a Siracusa, 35 a Trapani. Quando? «Entro il 10 aprile ne attiveremo 246, entro i successivi 10 giorni altri 128».
I posti letto di malattie infettive sono attualmente 800. L’obiettivo è arrivare a 2.798 «entro la seconda, terza settimana di aprile quando è previsto il picco», spiega Razza. Così la suddivisione per provincia: Agrigento 194, Caltanissetta 155, Catania 692, Enna 150, Messina 458, Palermo 674, Ragusa 170, Siracusa 160, Trapani 145.
Infine i senzatetto, che saranno ospitati nelle Ipab. «Al di là dell’aspetto umanitario – ha concluso Musumeci – c’è un’emergenza sanitaria, non possiamo lasciarli in strada. Nel loro interesse e nell’interesse di tutti».
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