Carmela Mazzaglia, 45 anni, originaria di Santa Maria di Licodia, lascia quattro figli. Aveva subito ustioni sul 70 per cento del corpo dopo un ritorno di fiamma dalla brace che stava preparando per il locale in cui era in servizio. È morta ieri pomeriggio al Cannizzaro
È morta la donna avvolta dalle fiamme del barbecue Era rimasta ustionata nella rosticceria dove lavorava
Non ce l’ha fatta Carmela Mazzaglia, la donna di 45 anni di Santa Maria di Licodia rimasta ustionata sul 70 per cento del corpo dopo un ritorno di fiamma mentre preparava il barbecue nella rosticceria in cui lavorava, un locale a confine con i Comuni licodiese e di Belpasso. La donna, sposata con quattro figli ,è morta ieri pomeriggio, intorno alle 17, nel centro Grandi ustioni dell’ospedale Cannizzaro di Catania, dove era stata ricoverata dalla sera del drammatico incidente, lo scorso 19 giugno. Carmela Mazzaglia aveva riportato ustioni di secondo e terzo grado. A seguito dell’incidente aveva subito profonde ustioni soprattutto al torace e le vie respiratorie erano rimaste compromesse. Per questo era stata intubata e tenuta in Rianimazione.
Le sue condizioni sono apparse subito gravi. Nonostante fosse costantemente monitorata dagli specialisti del centro Grandi ustioni, per la 45enne licodiese non c’è stato nulla da fare. Le ferite non le hanno lasciato scampo. Come è facilmente comprensibile, sono state ore d’angoscia per i familiari. Non è del tutto chiara la dinamica del fatto, da classificare come incidente sul lavoro: stanno svolgendo gli accertamenti i carabinieri di Belpasso e mantengono il massimo riserbo. Da una prima ricostruzione dell’incidente, sembra che la donna, lavoratrice dentro il locale, stesse preparando il barbecue quando è stata investita dal fuoco. Le cause sono ancora da accertare. E soprattutto sono da accertare eventuali responsabilità di soggetti terzi.
La salma è stata trasferita nell’obitorio dell’ospedale etneo. Si attende la decisione della magistratura inquirente: non è da escludere che nelle prossime l’autorità giudiziaria possa firmare il nullaosta per la riconsegna della salma ai familiari. «Abbiamo segnalato il fatto all’Inail – annuncia Roberto Prestigiacomo, sindacalista e componente della segreteria provinciale della Uil – Attendiamo risposte». Il tema è la sicurezza sul posto di lavoro e il rispetto delle normative.