Alla domanda cosè lAmore? luomo ha cercato di rispondere nei modi più disparati. La letteratura di sempre ne ha fatto oggetto dei propri capolavori, il cinema e la televisione se ne servono per creare colossals, la nostra natura ne ha bisogno per vivere
E’ la vita, più che la morte, a non avere limiti
Alla domanda cosè lAmore? luomo ha cercato di rispondere nei modi più disparati. La letteratura di sempre ne ha fatto oggetto dei propri capolavori, il cinema e la televisione se ne servono per creare colossals, la nostra natura ne ha bisogno per vivere.
Non esistono definizioni: il significante non riesce a contenere il significato.
Eppure, per la prima volta, ho avvertito la sensazione di aver sfiorato, sebbene in forma impalpabile, lIdea di quello che comunemente viene denominato Amore
È stato questestate, prima di partire un libro 495 pagine che mi hanno segnata
Una volta mi è stato detto che certe letture rimangono impresse nella nostra mente perché legate ad un momento particolare della vita, in cui le nostre percezioni, per vari motivi, sono elevate di potenza Non so se sia così, ma posso testimoniare che Lamore ai tempi del colera dellinsuperabile Gabriel García Márquez ha toccato le corde giuste forse nel momento in cui più ero preparata ad accoglierlo
La trama è semplice, per certi versi può apparire scontata: Florentino Ariza è un giovane telegrafista, sensibile e poeta, che un giorno si innamora di Fermina Daza, la bellissima figlia di un uomo le cui ricchezze avevano dubbie origini. Florentino capisce immediatamente che Fermina è la donna della sua vita e, dopo una lunga attesa, prende il coraggio di scriverle una lettera. Così ha inizio il loro amore, una dolcissima corrispondenza durante la quale i loro sentimenti si fanno così forti che lui le chiede anche di sposarla. Il padre di Fermina, però, scopre la loro relazione e porta la figlia in un’altra città, sperando che i due innamorati possano così dimenticarsi. Le loro vite, a questo punto, prendono due strade diverse: Fermina sposa uno dei personaggi più ricchi e illustri della città, il dottor Juvenal Urbino, e Florentino comincia a lavorare nella compagnia fluviale dello zio, facendo una rapidissima carriera e concedendosi parecchie avventure. Proprio in unoccasione impensabile, però, i due si ritroveranno dopo cinquantatrè anni, sette mesi e undici giorni, luno ancora innamorato dellaltro.
Una vera storia damore apparentemente banale In realtà, la bravura di Márquez, a mio avviso, è consistita nel narrare una storia damore esattamente come se non fosse una storia damore.
Nulla di sentimentale, nessun discorso mielato: è lAmore il protagonista assoluto di queste pagine, il Soggetto di ogni azione. Si avverte nellimpalcatura del racconto, nella gestualità affidata ai personaggi, ma non è mai espresso attraverso le parole, se non in quelle stesse parole di Márquez, in grado di far accapponare la pelle anche al lettore meno coinvolto: «E fino a quando crede che possiamo continuare con questo andirivieni del cavolo? gli domandò. Florentino Ariza aveva la risposta pronta cinquantatrè anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese. Per tutta la vita disse».
Lantagonista della vicenda è il tempo: tempo tiranno perché separa e tiene lontani, tempo amico perché restituisce E la restituzione avviene proprio di fronte alla morte: lo stesso giorno dei funerali del marito di Fermina, Florentino si reca a casa di lei per rinnovarle, dopo più di mezzo secolo, il suo amore. La morte, rappresentata dal colera, sarà poi lo sfondo, anche se soffuso, dellintero racconto.
Amore, tempo, morte: lamore che oltrepassa e vince il tempo, noncurante della morte.
Una morte, quella del dottor Juvenal Urbino, che potrebbe sembrare attesa, finanche auspicata da Florentino, ma che invece è solo il punto di partenza per ridar vita e forma ad un sentimento semplicemente rinviato
Una scrittura delicata, gentile: in punta di piedi Márquez valica la soglia del nostro sentire. Non ci chiede commenti, non pretende di sconvolgerci: un profondo senso di pace pervade lanimo del lettore giunto alla fine di questo itinerarium cordis, con limmagine dei due vecchietti che giocano allamore su una nave, in un andirivieni che vorrebbe essere eterno.
Un sentimento fluttuante incapace di toccare terra inalterabile dagli eventi di tuttuna vita
Che sia questo quello che chiamano Amore?