A far concentrare i sospetti sui due sono state le immagini di videosorveglianza nella zona del duplice delitto. Nei video, in particolare, si vedrebbe l'auto della coppia passare sul luogo dell'omicidio, per farvi ritorno pochi minuti dopo. Inoltre a inchiodare i due ci sarebbe anche il racconto di alcuni testimoni
Duplice omicidio a Falsomiele, svolta nelle indagini Fermata una coppia di coniugi: «Siamo innocenti»
Nonostante le modalità tipiche dell’agguato mafioso e le dichiarazioni iniziali del pm Leonardo Agueci e del procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, non ci sarebbe la mafia dietro il duplice omicidio avvenuto ieri mattina a Falsomiele in cui hanno perso la vita Vincenzo Bontà, 45enne genero del boss Bontate, e Giuseppe Vela di 53 anni. In un primo momento infatti le indagini erano indirizzate sul delitto ad opera di Cosa nostra ma già nella serata di ieri erano trapelate le prime notizie sull’esistenza di un’altra pista per il delitto. Dopo un primo interrogatorio nella notte è stata fermata una coppia di coniugi. Si tratta di un dipendente comunale impiegato nei servizi cimiteriali Carlo Gregoli di 50 anni e la casalinga Adele Velardo di 45 che vivono vicino alla zona dell’omicidio.

A far concentrare i sospetti sui due sono state le immagini di videosorveglianza nella zona del duplice delitto. Nei video, in particolare, si vedrebbe l’auto della coppia, un Suv Toyota passare sul luogo dell’omicidio per farvi ritorno pochi minuti dopo. Inoltre a inchiodare i coniugi ci sarebbe anche il racconto di un testimone, un automobilista di passaggio.
I coniugi fermati, entrambi incensurati e legalmente in possesso di diverse armi tra cui pistole e proiettili compatibili con quelli trovati sul luogo del delitto, respingono le accuse. «Non siamo stati noi, state facendo un errore». Lo hanno ripetuto per tutta la notte. Anche se il movente non è del tutto chiaro secondo gli inquirenti i due avrebbero ucciso Bontà e Vela per problemi legati a questioni di confini di un terreno. Anche se marito e moglie hanno continuato a negare un coinvolgimento nel duplice delitto, la squadra mobile ritiene che tutti gli elementi investigativi conducano a loro.