Incendio di matrice dolosa all’alba di oggi a Santa Maria di Licodia in via Carmelo Adriano, in pieno centro cittadino. In fiamme, poco prima delle 3.30, una Renault Laguna parcheggiata da qualche tempo lungo la discesa di via Adriano. A chiamare la centrale operativa del 115 i residenti della zona allarmati per il rogo che ha avvolto in pochi istanti la parte anteriore del mezzo. Sul posto i vigili del fuoco del distaccamento di Paternò intervenuti per evitare il propagarsi dell’incendio. Spente le fiamme, i pompieri hanno allertato i carabinieri della compagnia paternese. Sul posto è arrivata una pattuglia proveniente da Adrano: una volta spento il fuoco sarebbe stato appurato che il mezzo era privo di batteria. Improbabile, quindi, che il fuoco sia scaturito da un cortocircuito. I militari stanno lavorando in queste ore per identificare il proprietario del veicolo.
L’incendio di Santa Maria di Licodia è stata preceduto, 24 ore prima, da un altro rogo di natura dolosa verificatosi nella vicina Adrano. In via Filippo Brunelleschi, nel quartiere Cappuccini, ignoti hanno appiccato le fiamme ad una Fiat Stilo SW, parcheggiata lungo la strada. Immediato è scattato l’allarme dato dai residenti, svegliati dagli scoppi dei pneumatici provocati dalle fiamme. Sul posto si sono recati gli uomini del 115 del locale distaccamento che hanno lavorato celermente per spegnere il rogo. L’intervento dei pompieri ha evitato che le fiamme si estendessero al resto delle auto posteggiate lungo la via del centro storico. Sul posto, allertati dagli stessi vigili del fuoco, i poliziotti del commissariato di Adrano, supportati per la circostanza anche dai carabinieri. Dal sopralluogo effettuato dai pompieri sarebbe emerso chiaramente il fatto che il rogo fosse doloso: era ancora forte e nauseante l’odore della benzina utilizzata dal piromane. Inoltre sarebbe stato accertato che le fiamme sarebbero partite dall’esterno del mezzo. Le forze dell’ordine hanno immediatamente avviato le indagini; l’auto risulta intestata a un cittadino di 53 anni, residente ad Adrano. Per gli inquirenti, il danneggiamento sarebbe legato alla sfera privata dell’uomo o dei suoi familiari.
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