L'indagine è stata avviata nel febbraio 2018. I carabinieri hanno individuato i canali di rifornimento nel quartiere Villagrazia di Palermo e messo fine a un «pericoloso sodalizio» che riforniva di droga anche turisti
Cefalù, smantellata una rete di spaccio: tre arresti «Avevano un giro di affari da diecimila euro al mese»
«Un cospicuo giro d’affari che durante i mesi estivi nella città turistica di Cefalù si aggirava intorno ai diecimila euro al mese», tanto valeva lo spaccio di cocaina sulla tratta Palermo-Cefalù, come riportano le parole del capitano Leonardo Bricca, comandante della compagni di carabinieri di Cefalù. I militari hanno arrestato oggi, nell’ambito dell’operazione Neve d’Estate, Ignazio D’Antoni e i fratelli Marco e Giuseppe Marsala. Rispettivamente il primo si trova ai domiciliari mentre gli altri due in carcere. Volti noti alle forze dell’ordine, sono ritenuti responsabili del reato di spaccio di sostanze stupefacenti. I clienti erano «persone di ogni rango e tipologia di Cefalù, anche turisti, ma non c’erano minorenni», sottolinea ancora il capitano.
Nel corso dell’attività d’indagine sono state arrestate in flagranza di reato sette persone per detenzione ai fini di spaccio e sequestrati complessivamente oltre 150 grammi di cocaina che, venduti al dettaglio, avrebbero fruttato un guadagno di oltre 25mila euro. «Durante le indagini non sono emersi collegamenti con la criminalità organizzata – spiega ancora Bricca – il ruolo dei sette arrestati era invece quello di corrieri, che effettuavano i viaggi da Palermo a Cefalù, legati all’organizzazione».
L’indagine è stata avviata nel febbraio del 2018, quando uno dei tre, sottoposto al tempo alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Palermo, è stato sorpreso dai carabinieri sulla SS 113 in direzione Cefalù, a bordo della sua auto, mentre trasportava 15 grammi di cocaina. Gli accertamenti che ne sono scaturiti hanno consentito ai militari di inserire l’episodio dell’arresto in un contesto di più ampia portata. In particolare «sono emerse le cointeressenze tra Marsala e D’Antoni, quest’ultimo cefaludese, nella distribuzione dello stupefacente a Cefalù». Da quel momento ha avuto origine una complessa ed articolata attività d’indagine che ha consentito di far luce «su un pericoloso sodalizio criminale – conclude Bricca – di individuare i canali di rifornimento nel quartiere Villagrazia di Palermo per tramite dei due fratelli Marsala».