Un articolato sistema criminale, diviso in due gruppi, era attivo sul traffico di stupefacenti nel territorio catanese, siracusano e messinese. Tra i cinque accusati anche tre pregiudicati ritenuti affiliati ai clan Pillera-Puntina, Santapaola-Ercolano, Mazzei. A capo ci sarebbe stato Giuseppe Saitta, detto bimbo
Droga, cassa comune tra diversi clan mafiosi Cocaina e marijuana da Augusta a Taormina
Due gruppi criminali avrebbero formato un’organizzazione attiva sul mercato della droga nel territorio catanese, siracusano e messinese. La polizia ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di essere associazione armata. Le indagini dell’operazione denominataTicket – svolte tra settembre e novembre 2011 – hanno evidenziato un’articolata organizzazione criminale, distinta in due gruppi. L’attività di spaccio copriva un vasto territorio. Toccava sia Catania che alcuni Comuni pedemontani nonché nelle limitrofe province di Siracusa e Messina, e in particolare le località turistiche di Taormina e Giardini Naxos.
I cinque uomini destinatari della misura cautelare sono Giuseppe Saitta detto bimbo, Antonio Testa, Gianni Greco, Luciano Testa, Guido Acciarito. Tutti pregiudicati, tra cui gli ultimi quattro già detenuti per altra causa, Testa sottoposto agli arresti domiciliari e Saitta il solo a piede libero. L’organizzazione sarebbe capeggiata da Saitta – considerato affiliato alla cosca catanese Pillera-Puntina – e suddivisa in due gruppi, che avrebbero trafficato in cocaina e marijuana. Il primo nucleo operava nei quartieri della zona nord di Catania, a Misterbianco e Paternò oltre che ad Augusta, e sarebbe stato sotto il controllo di Acciarito, che da precedenti indagini è ritenuto affiliato al clan Mazzei. Il secondo – che sarebbe stato guidato da Greco – avrebbe gestito l’attività di spaccio a Taormina e Giardini Naxos.
Le intercettazioni degli investigatori avrebbero consentito di verificare che i due gruppi operavano insieme nella fase di acquisto della droga, rivolgendosi entrambi a Testa, che gli investigatori sostengono essere affiliato alla cosca Santapaola-Ercolano. La successiva fase di spaccio avveniva in maniera separata. Il territorio della Sicilia orientale era stato diviso in zona di competenza tra i due gruppi, ma i proventi della vendita sarebbero confluiti nella stessa cassa comune. Nelle loro comunicazioni, i cinque avrebbero usato un linguaggio in codice. Di cui facevano parte i termini «ragazze», «biglietto». Nel corso dell’operazione è stato arresto un soggetto per detenzione di marijuana – che i poliziotti ritengono sia stato Greco a cedergli -, sono stati sequestrati 2,9 chilogrammi del medesimo stupefacente a Testa – tratto in arresto il 7 novembre 2011 -, e sequestrato un fucile calibro 12 a canne mozze riconducibile a Greco, poi arrestato perché sorpreso mentre cedeva a un acquirente della cocaina.
Nella fase di esecuzione del provvedimento cautelare, Saitta – il solo dei cinque ancora in libertà – è stato raggiunto nel panificio di sua proprietà che si trova in via Del Bosco. L’uomo è stato trovato in possesso di una pistola Beretta con matricola abrasa, col colpo in canna e un altro caricatore rifornito. Ritrovamento che è valso al pregiudicato un’altra accusa, quella di porto illegale di arma clandestina con relativo munizionamento e ricettazione della medesima. Saitta e Testa sono stati infine condotti all’interno delle strutture carcerarie di Bicocca e piazza Lanza.