In centinaia hanno manifestato solidarietà a Rosa Maria Dell'Aria, l'insegnante del Vittorio Emanuele III che è stata sospesa per le slide dei suoi studenti contro il decreto sicurezza: «A noi si chiede di essere strumenti di soffocamento della libertà di parola»
Doppio sit-in a sostegno della professoressa sospesa «Deriva reazionaria per imbavagliare il libero pensiero»
«No alla censura nelle scuole». Lo slogan degli studenti e delle studentesse si alza forte in via Cavour, di fronte alla sede della prefettura. Il presidio a sostegno di Rosa Maria Dell’Aria, la docente di Italiano dell’istituto tecnico Vittorio Emanuele III che è stata sospesa per non aver vigilato sull’accostamento fatto dai suoi studenti tra il decreto sicurezza del vicepremier Matteo Salvini e le leggi razziali promulgate dal dittatore fascista Benito Mussolini, ha visto partecipare un centinaio di persone tra docenti, personale Ata e cittadini comuni. Tutti in piazza per manifestare solidarietà alla professoressa e contestare il provvedimento disciplinare preso dall’ufficio scolastico provinciale. Mancano però gli alunni della classe II E, coloro che con la propria elaborazione in power point hanno dato il via alla reazione a catena che ha provocato la sospensione della docente.
Tra coloro che invece hanno scelto di esserci, a fianco di Rosa Maria Dell’Aria, ci sono gli ex studenti del Vittorio Emanuele III. Come Salvo Finazzo, che è all’università e con un passato da rappresentante degli studenti proprio all’istituto palermitano. «Sono qui in quanto cittadino – dice -. Questa vicenda mi sconvolge, è la mossa politica più grossolana che possa ricordare. Si attacca una professoressa per una pura questione simbolica». Al doppio presidio – uno davanti alla sede della prefettura e convocato dai centri sociali; l’altro, organizzato dai sindacati della scuola Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda Unams e Snals Confsal della Sicilia, di fronte la scuola – la mobilitazione è stata resa possibile da un semplice passaparola virtuale.
«Io non sono contro Salvini – dice Giovanna Mendola, che insegna alla scuola elementare Monti Iblei – ma sono per difendere la libertà. Come diceva il nostro carissimo presidente della Repubblica Sandro Pertini, non ha importanza che qualcuno abbia la mia stessa idea ma è importante che tutti possano esprimerla. Qui invece si vogliono imbavagliare i docenti, e questo non lo possiamo permettere, a costo di ulteriori provvedimenti disciplinari». C’è anche un gruppo di persone che ha voluto ricordare il caso di Lavinia Flavia Cassaro, la docente siciliana che è stata licenziata (dopo l’annuncio in diretta tv dell’ex premier Matteo Renzi) per aver inveito contro gli agenti dell’antisommossa a un sit-in contro la presenza del gruppo neofascista di Casapound a Torino.
«Abbiamo da tempo avviato una raccolta firme e più in generale iniziative a sostegno di Lavinia, e ora siamo qui a sostegno di quest’altra professoressa palermitana – dice Donatella Anello, assistente amministrativa – perché sono il simbolo di una scuola che si vorrebbe far soccombere a una deriva reazionaria, dove i docenti dovrebbero essere solo strumenti per soffocare la libertà di pensiero degli studenti. Noi non ci stiamo: il licenziamento di Lavinia deve essere cancellato e la sospensione di Dell’Aria deve essere ritirata». Anche gli studenti del collettivo Umberto I chiedono l’immediata revoca del provvedimento disciplinare inflitto dall’ufficio scolastico provinciale. «Pensiamo che vivendo i luoghi della formazione – dice Ludovica – questi episodi siano preoccupanti perché ci fanno rendere conto che anche quello che dovrebbe essere il presidio del libero pensiero viene invece messo a rischio in nome di un rispetto delle istituzioni che invece in questo caso non esiste. All’interno delle scuole non dovrebbe esserci l’azzeramento del pensiero critico».