L’incidente è avvenuto sabato scorso all'interno della cattedrale, durante un matrimonio, e ha costretto un bambino in sala Rianimazione. In città intanto si moltiplicano gli interrogativi degli acesi, che si chiedono se sia giusto o meno celebrare la due giorni dedicata alla patrona i prossimi 26 e 27 luglio
Dopo crollo ad Acireale a rischio festa Santa Venera? Cittadinanza divisa segue condizioni del bimbo ferito
Il polverone lasciato dall’intonaco crollato improvvisamente sabato sera nella cattedrale di Acireale non si arresta e continua a sollevarsi, portandosi dietro molte critiche e quesiti. Ad avere la peggio è stato un bambino undici mesi, che adesso si trova ricoverato in sala di Rianimazione, in prognosi riservata, in condizioni che, per il momento, sembrerebbero stazionarie. Un evento che non può lasciare indifferenti, nemmeno davanti al calendario che annuncia una data importante come le celebrazioni della santa patrona della città dei cento campanili. Mercoledì 26 luglio, infatti, ricadono le festività in onore di santa Venera, e per l’occasione Acireale si prepara con i consueti preparativi.
Alla luce dei fatti recentemente accaduti si ha l’impressione che i festeggiamenti prenderanno una piega diversa rispetto al solito. Addirittura c’è chi avanza la possibilità di un annullamento delle cerimonie in onore della patrona acese. Ad annunciarlo è la pagina Facebook Fancity Acireale: «Sembra proprio che l’organizzazione sia orientata a non produrre i festeggiamenti in onore di Santa Venera», scrivono. Caso che però divide gli utenti del web: da un lato c’è chi lancia messaggi di solidarietà e si dice d’accordo all’eventualità di annullare i festeggiamenti: «La nostra santa non ha bisogno di esteriorità, ma di fatti concreti», in tanti considerano il fatto che si possa festeggiare come «inaccettabile, mentre ci sono dei genitori sono disperati a causa della chiesa». Mentre dall’altro lato c’è chi considera la notizia come un fatto strumentale, definendo improbabile l’annullamento dei festeggiamenti «Non so perché debbano annullare i festeggiamenti – racconta un cittadino -, chi non vuole andare alla festa non ci va. La prima preoccupazione deve essere rivolta al bambino, poi si pensa ai festeggiamenti. Non compete a noi decidere».
Tanti i cittadini che puntano il dito contro la Curia, artefice secondo loro dell’abbandono di alcune strutture ecclesiastiche, le quali avrebbero bisogno di manodopera urgente in modo da evitare spiacevoli fatti come quello recentemente accaduto. Gli organizzatori della festa al momento preferiscono attendere le evoluzioni dello stato di salute del piccolo. Andrea Patanè, presidente della deputazione della Reale Cappella, al momento non vuole sbilanciarsi: «Il nostro pensiero va al piccolo in ospedale e ai familiari – afferma a MeridioNews -. Per quanto riguarda la festa, per il momento è troppo presto per emettere sentenze». Ma non esclude eventuali variazioni: «Se il piccolo dovesse peggiorare, in un contesto tale, sicuramente non sarei d’accordo agli spari di fuochi d’artificio».