Il prete è arrivato ieri a Messina, per presentare la Giornata della memoria delle vittime delle mafie. Ed è tornato su uno dei temi caldi dell'attualità, le accuse al presidente di Confindustria Sicilia indagato per concorso in associazione mafiosa. Guarda il video
Don Ciotti, Libera e le polemiche su Montante «Molti combattono antimafia anziché la mafia»
Libera arriva a Messina. Insieme al suo presidente nazionale, don Luigi Ciotti. Quest’anno, infatti, la Giornata della memoria in ricordo delle vittime delle mafie – promossa da Libera e Avviso Pubblico – si svolgerà nel capoluogo peloritano lunedì 21 marzo. Il primo giorno di primavera, un modo simbolico per rinnovare l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata.
Don Ciotti, perché ha scelto Messina?
È un segno di gratitudine per chi è impegnato in Sicilia nel contrasto dell’illegalità. A Messina avremo una rappresentanza dei familiari delle vittime. Il miglior modo per fare memoria è quello di impegnarci tutti i giorni. Abbiamo bisogno dell’opera quotidiana di cittadini responsabili che si mettono in gioco. Soprattutto in un momento di grande crisi, con le mafie che sono tornate a essere forti economicamente. Bisogna ricordare che corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia.
La soddisfa il ruolo della commissione antimafia?
Non ho nessun titolo per dire se arrivino tardi sui casi o trascurino qualcosa. È chiaro che non si tratta di un lavoro semplice. Ci sono gruppi criminali, poteri forti e massoneria a pesare sulla scena generale, ma anche tanti indifferenti che hanno sottovalutato il problema delle mafie e della corruzione, e che ancora non ne prendono coscienza.
La strada da seguire è quella della denuncia?
Da sola non basta. Ci vuole una rivolta delle coscienze. La prima grande riforma da fare nel nostro paese dovrà essere un’autoriforma.
Qual è la posizione di Libera dopo le accuse mosse ad Antonello Montante?
Mi auguro che Antonello possa dimostrare la verità. Vorrei che ognuno di quelli che vengono indagati siano messi nella possibilità di farlo. Per il resto, non sono in grado di entrare in una storia di questo tipo. Dico solo che oggi sono molti che invece di fare lotta alla mafia, la fanno all’antimafia. Bisogna saper distinguere e stare molto attenti. Anche nei riguardi di Libera ci sono delle semplificazioni e capita che arrivi del fango.
Eppure l’ex assessore regionale Nicolò Marino ha detto che proprio Libera avrebbe avuto un ruolo nel demolire il cosiddetto sistema Montante.
Questa è un falsità assoluta. Ho già denunciato per calunnia un magistrato (Catello Maresca, sostituto procuratore di Napoli,
ndr), perché ha dato del sistema mafioso a una realtà che abbraccia 1600 associazioni. Dall’Azione cattolica, all’Agesci, dall’Arci a Legambiente. Libera è un coordinamento di mondi e di contesti diversi. E da 20 anni dà il suo contributo.
La Sicilia è terra di mafia, ma anche l’isola di Attilio Manca e Graziella Campagna. Quanto è importante la testimonianza delle loro famiglie?
Le abbiamo sempre accompagnate nella ricerca della verità. L’annuncio che la giornata si sarebbe tenuta qui a Messina l’abbiamo dato il giorno in cui si ricordava Graziella Campagna. Per Attilio Manca, posso dire che non lasceremo mai sola la sua famiglia, che chiede ciò che vuole il 75 per cento dei familiari delle vittime di mafia. Ovvero verità e giustizia, perché non si può avere giustizia se non c’è la verità.