Appuntamento stamattina alle 9 e 30, a Palermo, in Piazza Politeama. Sono attesi lavoratori da Catania, Caltanissetta, Messina, Ragusa e Trapani. In piazza disoccupati, dipendenti della scuola, autoferrotranvieri, pubblici dipendenti comunali e regionali, operatori della sanità e del 118, Rap, Gesip e No Muos. L'adesione di Rifondazione comunista
Oggi sciopero generale di Cobas, Cub e Usi «La controparte? Renzi e in Sicilia è Crocetta»
Oggi, venerdì 14 novembre sciopero generale nazionale del lavoro privato e pubblico indetto dalla confederazione Cobas, dalla Cub, dall’Usi e da tutto il sindacalismo di base. A Palermo sono attese delegazioni di scioperanti da altre provincie siciliane, in particolare da Catania, Caltanissetta, Messina, Ragusa e Trapani.
Sfileranno i lavoratori della scuola, autoferrotranvieri, pubblici dipendenti comunali e regionali, operatori della sanità e del 118, operai della Rap (azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti nel capoluogo dell’Isola) e delle altre aziende, ex Lsu, addetti della Gesip, metalmeccanici, telefonici. E, ancora, i precari, i disoccupati, i senza casa, gli studenti, gli attivisti No Muos, i protagonisti dei Centri Sociali.
L’appuntamento è in Piazza Politeama dalle 9,30 per sfilare per le vie del centro cittadino fino a Piazza Indipendenza, fin sotto Palazzo d’Orleans, sede del Governo regionale.
«Le ragioni della protesta – si legge in un comunicato dei Cobas siciliani – stanno nel netto rifiuto del Jobs Act, della ‘cattiva scuola’ di Renzi, del decreto Lupi per una politica economica e finanziaria che metta al centro il lavoro, i diritti, la scuola, la casa e i servizi sociali. La manifestazione mette al centro la grave crisi occupazionale che investe la nostra Isola con migliaia di posti di lavoro dismessi o in via di dismissione, dove il tasso di disoccupazione giovanile è fra il più alti d’Italia e dove la via della nuova emigrazione sta sottraendo migliaia di giovani alla economia regionale».
«Fiat, polo industriale di Carini, Call Center, Gesip, Pip, Formazione professionale – si legge sempre nel comunicato – sono solo le punte di un iceberg, in un mare di dissesto economico e sociale. A questo va aggiunto il disastroso stato delle strutture ospedaliere e delle scuole, nonché l’annoso problema della mancanza di un alloggio decente per migliaia di famiglie. Se lo sciopero a livello nazionale ha come controparte il Governo Renzi, nella nostra Regione altra controparte concreta è il Governo Crocetta che, con il suo operato, sta ulteriormente peggiorando la situazione occupazionale e sociale, già disastrata dai governi Cuffaro e Lombardo».
Lo sciopero, come già sottolineato, coinvolgerà pure il settore dei trasporti: si fermeranno infatti treni, aerei e autobus. All’Amat – l’Azienda per il trasporto dei passeggeri di Palermo – lo stop dei mezzi è previsto dalle 8,30 alle 17,30 e dalle 20,30 sino alla fine del turno, con il rispetto delle fasce di garanzia. I lavoratori di uffici, officine, segnaletica stradale, rimozione auto e ausiliari del traffico sciopereranno invece per tutta la giornata.
All’Ast – Azienda siciliana trasporti – il personale del movimento incrocerà le braccia dalle 9,00 alle 13,00. Gli addetti agli impianti fissi e gli amministrativi le ultime 4 ore dei rispettivi turni.
In Sicilia tra le vertenze più ‘calde’ c’è proprio quella dell’Ast, Azienda partecipata della Regione che si occupa del trasporto extraurbano. Oggi, a partire dalle 10,00, è previsto un sit-in davanti alla sede centrale di Palermo in via Ugo La Malfa, indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal, Ugl e Cobas.
«Dopo anni di tagli e politiche che hanno depotenziato l’Ast – dicono Antonino La Barbera, Carlo Cataldi e Giuseppe Rizzo, componenti della segreteria regionale dei Cobas settore Trasporti – serve un segnale di discontinuità. Cominciando ad esempio con un’erogazione regolare degli stipendi, ogni mese puntualmente in ritardo; per poi passare al rinnovamento del parco mezzi e al nuovo contratto di servizio. Auspichiamo che nella legge di stabilità il governo Crocetta inserisca lo stanziamento di 28 milioni di euro, anziché i 19 milioni annunciati, per il rilancio dell’azienda».
Allo sciopero di oggi aderisce pure Rifondazione Comunista.
«Rifondazione comunista è a fianco delle lavoratrici, dei lavoratori e degli studenti che oggi scendono in piazza in occasione dello sciopero generale indetto dai sindacati USB e Cobas – dichiara Frank Ferlisi responsabile lavoro di Rifondazione Comunista Palermo – una sacrosanta manifestazione che va contro il pesantissimo attacco ai salari, ai diritti e alla democrazia perpetrato dal Governo Renzi».
«Il Governo attraverso le sue politiche vuole una precarizzazione ancora più accentuata di quella già esistente – continua Felisi – vuole rendere ancora più facile i licenziamenti attraverso l’attacco all’art.18 dello Statuto dei lavoratori, vuole comprimere ancora di più i salari, vuole delegittimare le organizzazioni sindacali. E come se questo non bastasse – aggiunge l’esponente di Rifondazione – il Goveno a guida Pd sta agendo sul taglio dei servizi essenziali, sullo svutamento delle istituzioni fondamentali della Repubblica come scuola e sanità, sulla privatizzazione dei servizi e delle imprese pubbliche. Tutte queste azioni non ci porteranno fuori dalla crisi, ma semmai la aggraveranno diffondendo povertà e marginalizzazione».
«Infine – conclude Ferlisi – non possiamo tacere dei pericoli di guerra che l’imperialismo americano, con alla coda quello europeo, alimenta con la sua politica di aggressione nel Medio Oriente e in Ucraina. Per questa ragione lottare è giusto, doveroso e necessario e Rifondazione comunista sarà in prima linea in questa grande battaglia sociale e politica».