Una storia vecchia decenni tra inaugurazioni, gestioni temporanee e abbandono. In mezzo pure un progetto preliminare, mai portato a termine, per creare un punto di riferimento per lo sport e il benessere. Sul piatto ora ci sono 10 milioni di euro. Guarda le foto
Distruzione e sperpero di denaro: viaggio nel polifunzionale Adesso l’ex provincia spera di recuperalo con i fondi statali
Copertoni, materiale edile, sedie e perfino una vasca da bagno. Non è una discarica abusiva ma il centro polisportivo funzionale di Camporotondo Etneo.Tre campi da tennis e altrettante piscine, di cui una olimpionica, un campo da calcio a undici, una pista di rotellaggio e una foresteria. Tutto in un’unica struttura: quella che doveva diventare la nuova wellness valley della zona etnea. Ma, passati 45 anni dalla costruzione, del mega impianto sportivo rimangono solo i resti. Il percorso, fatto di inaugurazioni e chiusure, adesso cede il passo alla desolazione. Trai muri, oltre a qualche simbolo che rimanda al mondo della massoneria, ci sono pure i ritagli delle foto che ritraggono i ragazzi dell’associazione per diversamente abili Giampi, la quale ha utilizzato i locali nei primi anni duemila.
Abbandono da un lato ma anche incapacità delle istituzioni a rendere fruibile una struttura che avrebbe potuto costituire il più grande polo sportivo della Sicilia. «Si figuri che per la realizzazione di Torre del Grifo del Calcio Catania, poi realizzato a Mascalucia, si pensava a questo impianto», spiega a MeridioNews il sindaco di Camporotondo Filippo Privitera. Per la struttura di proprietà dell’ex provincia, ora città metropolitana di Catania, però potrebbero aprirsi nuovi spiragli. Sul piatto c’è un contributo di 9,5 milioni di euro per la definizione di un progetto «già approvato quest’estate in sede di conferenza dei servizi al Genio civile di Catania», precisano dall’ufficio stampa della città metropolitana.
«Il sindaco metropolitano Salvo Pogliese – sostengono – ha dato impulso a un tecnico di redigere un progetto di riqualificazione che riguarda l’area della piscina e della zona d’ingresso». Resterebbero fuori il pattinodromo, il campo da calcio e quelli da tennis. Il piano di finanziamento, invece, «è legato alla presidenza del Consiglio dei ministri che, attraverso il programma bando delle periferie – spiega la nota -, dovrà fare pervenire le risorse che permetteranno di avviare le procedure di gara». In soldoni, il finanziamento c’è ma non è ancora stato stanziato. Anche sui tempi non sembra esserci chiarezza, «ma sono sicuro – garantisce il primo cittadino di Camporotondo – che non si tratta di una cosa immediata».
Tra risposte poco precise e difficoltà nel reperire la documentazione abbiamo cercato di ricostruire tutti i passaggi che dal 1975 ad oggi hanno portato alla realizzazione e successivo abbandono. Bisogna riavvolgere il nastro fino agli anni ’80, periodo in cui la struttura è stata inaugurata per poi essere subito lasciate al suo destino, almeno fino agli anni duemila, quando l’attuale presidente della Regione Nello Musumeci, in qualità di presidente dell’ente provinciale, la affidò in parte alle associazioni convenzionate con il Comune per l’utilizzo del campo di calcio e in parte all’associazione di volontariato Giampi, alla quale invece serviva la foresteria. Cosa abbia portato l’associazione ad abbandonare la struttura non è del tutto chiaro, dal momento che la stessa associazione, contattata più volte da MeridioNews, non è voluta esprimere
Nel 2003 il polifunzionale torna d’attualità sotto il mandato a presidente della provincia di Raffaele Lombardo. Periodo in cui arriva il via libera al progetto preliminare di project finacing per dare vita a una vera e propria wellness valley da realizzare ai piedi dell’Etna. Il progetto, oltre al recupero e alla totale ristrutturazione degli impianti sportivi esistenti, prevedeva anche un centro benessere con saune e bagno turco, bowling con venti piste, ampi spazi a verde con un grande viale centrale alberato e naturalmente spazi per il parcheggio delle auto. Sembrava tutto pronto: investimento da 20 milioni e conclusione dei lavori in due anni. Ma trascorsi 17 anni il copione racconta una storia differente.