Discarica Oikos, via libera per altri tre mesi Nonostante inchieste e commissariamento

Ricorso su ricorso. Ma, intanto, si continua ad abbancare rifiuti. Dopo gli iniziali entusiasmi dei movimenti contrari alla discarica di contrada Valanghe d’inverno – nel territorio di Motta Sant’Anastasia, ma vicinissima a Misterbianco – non si ferma il fiume di spazzatura proveniente dalle province di Catania, Messina e Ragusa nell’impianto della Oikos. La ditta è tra quelle coinvolte nell’inchiesta palermitana Terra mia che a luglio ha portato all’arresto di un funzionario dell’assessorato regionale Territorio e ambiente e di tre imprenditori del settore dei rifiuti, tra i quali il titolare dell’impianto mottese Domenico Proto. Proprio l’inchiesta della procura di Palermo è stata determinante nel procedere al ritiro delle autorizzazioni alle attività nell’impianto e l’azienda è stata commissariata pochi giorni fa dalla prefettura etnea. Ma – complici i problemi legati all’avvio della riforma del settore – tutti i permessi scaduti sono stati rinnovati fino al 15 gennaio 2015. Compresi quelli per Valanghe d’inverno, Mazzarrà Sant’Andrea (in provincia di Messina) e Siculiana (Agrigento), tutte discariche finite nell’inchiesta.

Il decreto di sospensione dell’attività firmato dall’ex dirigente dell’assessorato regionale Marco Lupo è piuttosto vago nello stabilire dei tempi certi per la definitiva cessazione. E, come prevedibile, la Oikos ha presto presentato ricorso. Una corposa documentazione che contiene numerose obiezioni. La principale riguarda la serie di conferenze dei servizi – cinque incontri tra la ditta mottese e gli enti coinvolti – concluse con diversi pareri favorevoli per l’azienda di Proto. Compreso il sì – che ha generato numerose polemiche – dell’amministrazione di Motta Sant’Anastasia guidata da Anastasio Carrà. Le proteste più vibranti erano giunte dal collega di Misterbianco, Nino Di Guardo, la cui presenza è stata inclusa tra le critiche sollevate dalla Oikos perché considerato soggetto non legittimato a partecipare. Contestati anche i risultati dei rilievi compiuti dalla commissione voluta dall’ex assessore regionale Nicolò Marino. Ma a pesare in maniera determinate al diniego delle autorizzazioni è stata proprio l’indagine Terra mia, bollata come «indebito condizionamento» della decisione di Lupo.

Fin quando non ci sarà un diverso pronunciamento della Regione, la discarica potrà continuare ad abbancare rifiuti. Ma intanto il Comune di Misterbianco ha presentato un ricorso ad opponendum – un’obiezione a un ricorso – nei confronti di quello presentato dalla Oikos e il primo cittadino di Motta ha assicurato a CTzen che anche la sua amministrazione sta procedendo sulla stessa linea. Dal canto loro, anche i comitati No discarica di entrambi i centri stanno valutando la possibilità di procedere in giudizio, oltre ad appoggiare i percorsi intrapresi dai rispettivi amministratori.


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L'impianto che sorge tra i Comuni di Motta Sant'Anastasia e Misterbianco è tra quelli coinvolti nell'indagine della procura di Palermo Terra mia e pochi giorni fa è stato posto sotto controllo della prefettura etnea. Ma, complici i ritardi nella riforma del settore dei rifiuti, i permessi allo sbancamento sono stati rinnovati fino al prossimo gennaio. E tutte le parti coinvolte si lanciano in ricorsi

L'impianto che sorge tra i Comuni di Motta Sant'Anastasia e Misterbianco è tra quelli coinvolti nell'indagine della procura di Palermo Terra mia e pochi giorni fa è stato posto sotto controllo della prefettura etnea. Ma, complici i ritardi nella riforma del settore dei rifiuti, i permessi allo sbancamento sono stati rinnovati fino al prossimo gennaio. E tutte le parti coinvolte si lanciano in ricorsi

L'impianto che sorge tra i Comuni di Motta Sant'Anastasia e Misterbianco è tra quelli coinvolti nell'indagine della procura di Palermo Terra mia e pochi giorni fa è stato posto sotto controllo della prefettura etnea. Ma, complici i ritardi nella riforma del settore dei rifiuti, i permessi allo sbancamento sono stati rinnovati fino al prossimo gennaio. E tutte le parti coinvolte si lanciano in ricorsi

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