Dopo il tavolo tecnico convocato dalla Regione lo scorso 7 aprile, l'inquinamento che parte dall'impianto sequestrato è ancora in corso. «Nessun intervento risolutivo è stato posto in essere», è la denuncia del sindaco di Furnari, città che attinge ai pozzi molto vicini alle perdite del mega-impianto
Discarica Mazzarà, rischio contaminazione acque «Da giorni percolato nel torrente e nessuna azione»
«A distanza di circa dieci giorni dallo sversamento di percolato della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, nessun intervento risolutivo è stato ancora posto in essere. In questo momento, secondo la stima comunicata da TirrenoAmbiente spa alla Regione, vengono quotidianamente sversati nel torrente Mazzarrà circa 55 metri cubi di percolato al giorno». Era il 14 aprile scorso quando Mario Foti, sindaco del Comune di Furnari (nel Messinese), denunciava quello che a tutti gli effetti è un rischio di contaminazione delle falde acquifere e delle matrici ambientali. Specie perché proprio nella zona della discarica e dei relativi sversamenti ci sono i pozzi che forniscono l’acqua ai quasi quattromila abitanti furnaresi.
Ad oggi nessuna risposta, come conferma a Meridionews: «Lo sversamento giornaliero continua senza sosta. La quantità di percolato è stata recentemente confermata dalla delibera 167 della Giunta regionale del 7 aprile scorso. Io intanto per venerdì sto predisponendo un consiglio comunale aperto ai sindaci del comprensorio». La vicenda della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, realizzata su un sito alluvionale a ridosso di un torrente nella provincia messinese, negli anni ha visto intrecciarsi interessi mafiosi e fallimenti societari della TirrenoAmbiente, la società a capitale misto pubblico privato che dal 2002 gestiva il megaimpianto di raccolta dei rifiuti. E dal 24 febbraio, come accerta una nota del Dipartimento acque e rifiuti, una «grave situazione concernente lo sversamento del percolato prodotto dalla discarica» con «grave criticità per la salvaguardia della salute dei cittadini e dell’ambiente».
Accertato il danno, mancano le somme necessarie per la messa in sicurezza e la chiusura definitiva della discarica. Oltre al passaggio dell’intervento della Regione in via sostituiva, visto che la TirrenoAmbiente è stata posta in liquidazione. Nel tavolo tecnico convocato dalla Regione lo scorso 7 aprile, però, il proposito di «delineare una procedura per il superamento delle criticità» è rimasto sulla carta. E a distanza di due settimane l’emergenza rimane. Così come denuncia il primo cittadino di Furnari, il quale afferma che «non resta che constatare l’ennesima mancanza di soluzioni adeguate, tempestive ed efficaci da parte delle competenti autorità deputate a preservare la salute pubblica, come se questo problema fosse marginale e secondario».
A quel tavolo tecnico era presente, in qualità di auditore, anche Francesco Campanella, senatore di Sinistra Italiana che ha annunciato di voler presentare sul tema un’interrogazione parlamentare. «È incredibile che ancora non si sia intervenuto – dice -. A questo punto ogni ritardo non ha giustificazione. Qualsiasi caso di avvelenamento non potrà essere imputato alla fatalità. Le responsabilità ci sono, bisognerà solo trovare chi tra gli attori coinvolti dovrà pagare».