Disabili psichici recitano Capuana, Manzoni e Plauto «Sul palco superano i disagi e imparano a integrarsi»

«Vederli recitare sulla scena è un’emozione che non ha eguali». Così Marco Italiano – uno dei responsabili di In Cammino – parla di Paolo, Maria, Antonella, Emiliano, Antonella, Loredana, Enzo, Andrea, Franco, Francesco, Marisa, Domenico, Luca, Maria Teresa, Loredana e Leopoldo. Sedici attori affetti da disabilità mentali – ospiti di comunità alloggio del Messinese gestite dalla cooperativa sociale che ha sede legale a Barcellona Pozzo di Gotto – che negli scorsi giorni sono stati impegnati nell’interpretazione dell’opera U Paraninfu di Luigi Capuana. La commedia racconta le esilaranti avventure di un ex maresciallo Don Pasquale Minnedda, il cui obiettivo è quello di accuchiare le persone per farle maritare.

Durante le esibizioni gli attori hanno impressionato positivamente il pubblico recitando con grande disinvoltura. Protagonisti assoluti della ribalta, sono stati incoraggiati da un’accoglienza calorosa. Le perfomance hanno fatto bene tanto agli attori, che hanno acquisito autostima, quanto al pubblico, che ha avuto modo di avvicinarsi a problematiche spesso trascurate. 

Le conquiste personali della piccola compagnia teatrale sono l’esempio del connubio perfetto tra teatro e psichiatria. Il laboratorio di arti sceniche di via Roma è guidato dalla regista Mimma Stramandino e rappresenta una delle tante attività avviate all’interno delle comunità gestite dalla cooperativa. «Da tre anni – spiega Italiano – utilizziamo il teatro come strumento riabilitativo per migliorare le abilità relazionali e favorire l’integrazione sociale dei disabili psichici. La frequenza annuale al laboratorio si conclude con la messa in scena di uno spettacolo».

Le piazze di Barcellona, Calderà, Sant’Agata di Militello, Milazzo e il teatro di Messina sono stati i luoghi delle rappresentazioni. «Il primo anno – continua Italiano – abbiamo debuttato con I promessi sposi di Manzoni, poi è stata la volta de I due Menecmi di Plauto e, quest’anno, della commedia Paraninfu di Capuana che abbiamo dovuto riadattare alle esigenze linguistiche degli interpreti perché molti di loro avevano difficoltà con il dialetto».

Spettacolo dopo spettacolo, gli attori acquistano più sicurezza, apprendono le tecniche di memorizzazione e mimica, imparano a relazionarsi tra di loro e anche con gli altri e acquisiscono gli strumenti per costruire ognuno il proprio personaggio, perché, ricorda Italiano, «il teatro è possibilità di mettersi in gioco, crescere e migliorare se stessi». Sul palcoscenico, la disabilità non viene più avvertita. «In scena – racconta – i ragazzi danno talmente prova della loro bravura che nessun spettatore penserebbe mai che si tratti di disabili psichici. Il proscenio è il luogo in cui riescono a superare difficoltà e disagi».

Questi aspiranti artisti hanno trovato nel teatro un modo per esprimere se stessi come Loredana, che ha iniziato a frequentare il laboratorio un anno e mezzo fa eppure sulla scena recita con una naturalezza e bravura incredibili. O Lilla, che colpisce per la sua straordinaria mimica facciale. Mentre Franco, timido e introverso, ha superato la paura del palco e Antonella che, benché abbia avuto problemi di salute, non ha rinunciato allo spettacolo. 

«Dietro ogni spettacolo – conclude Italiano – non c’è solo l’entusiasmo e l’impegno dei ragazzi ma anche la dedizione degli operatori, il supporto del dipartimento di Salute mentale di Messina, dei medici psichiatri dell’Asp e il sostegno dell’Associazione generale cooperative italiane Sicilia che ci affianca nei momenti di maggiore difficoltà».

La compagnia riprenderà la tournée a dicembre con un nuovo spettacolo. In programma il musical di Pinocchio.


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