Pena ridotta di otto mesi in Corte d’Appello per Andrea Bonafede, 56 anni, originario di Campobello di Mazara (Trapani), ritenuto uno dei principali fiancheggiatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. I giudici di secondo grado lo hanno condannato a 6 anni di carcere, 8 mesi in meno della condanna di primo grado. Respinta la richiesta di […]
Diminuita di otto mesi la condanna di Andrea Bonafede, fiancheggiatore di Messina Denaro
Pena ridotta di otto mesi in Corte d’Appello per Andrea Bonafede, 56 anni, originario di Campobello di Mazara (Trapani), ritenuto uno dei principali fiancheggiatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. I giudici di secondo grado lo hanno condannato a 6 anni di carcere, 8 mesi in meno della condanna di primo grado. Respinta la richiesta di aggravamento delle imputazioni e della pena, avanzate dalla Procura di Palermo, che voleva la sua condanna per associazione mafiosa e non solamente per favoreggiamento aggravato dall’agevolazione di Cosa nostra.
L’uomo, cugino omonimo del geometra classe 1963, che aveva prestato l’identità a Matteo Messina Denaro, dovrà così scontare 6 anni. Per lui, che agiva da postino del superboss di Castelvetrano (Trapani) i giudici hanno respinto la richiesta di aggravamento delle imputazioni e della pena. La Dda ora valuterà il ricorso in Cassazione: Bonafede del 1969 avrebbe fatto da trait d’union tra il latitante e il suo medico, Alfonso Tumbarello, l’avrebbe accompagnato a Palermo nel 2012 e nel 2014, a fare spese e un tatuaggio, poi, nel 2020, a comprare un’automobile con falsi documenti e poi gli avrebbe consegnato il cellulare durante il ricovero all’ospedale di Mazara del Vallo (Trapani).