Deputato Savona e la moglie a processo per truffa Raggiro su fantomatiche acquisizioni immobiliari

Avrebbe promesso l’acquisizione di alcuni appartamenti tramite la partecipazione ad aste giudiziarie, ma in realtà si sarebbe trattato soltanto di un raggiro. Questa l’accusa da cui dovrà difendersi Maria Cristina Bertazzo, la 55enne padovana moglie del deputato regionale di Forza Italia Riccardo Savona. La donna sarà al centro del processo per truffa che inizierà il 21 maggio, dopo che il pm Vincenzo Amico ha disposto la citazione in giudizio. Tra gli imputati ci sarà anche Savona. Nei suoi confronti l’accusa è quella di avere, in un caso, rassicurato le presunte vittime della bontà della proposta fatta dalla moglie.

Per gli inquirenti, però, dietro i versamenti di importanti somme di denaro – sono dieci in tutto gli episodi contestati – non ci sarebbe stato alcun reale progetto di compravendita. Addirittura in alcuni casi gli immobili indicati non sarebbero stati né sfitti né tantomeno all’asta. Alla sbarra, con l’accusa di truffa, ci saranno anche Luigi e Giulia Mazzagreco, che per primi hanno denunciato i coniugi Savona. I legali di Bertazzo hanno chiesto la messa in prova, ovvero la chiusura del procedimento penale in cambio dello svolgimento di lavori socialmente utili. A dovere decidere sarà il gip.

«Questa è una vicenda che riguarda l’attività di intermediazione immobiliare di Maria Cristina Bertazzo, moglie di Riccardo Savona; si articola in ben 10 capi d’imputazione dei quali soltanto uno riguarda l’onorevole Savona, tirato in ballo da soggetti che hanno dichiarato che lo stesso li avrebbe rassicurati circa la bontà di un affare immobiliare – si legge in una nota diffusa dello studio legale Traina – Tale circostanza è del tutto falsa, occorre soltanto avere il tempo di dimostrarlo. Nessuna somma di denaro è mai stata consegnata a Savona, né direttamente, né indirettamente, e questo risulta già dalle indagini». 

Sulle accuse rivolte a Bertazzo, gli avvocati rispondono: «Taluni soggetti hanno affidato alla signora del denaro affinché partecipasse ad aste fallimentari, con l’intento di acquistare beni immobili in centro a un prezzo nettamente inferiore a quello di mercato. Laddove tali affari non sono andati a buon fine – continua la nota – Bertazzo ha restituito le somme ricevute, o integralmente o comunque sottoscrivendo dei piani di rientro».


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