A difenderlo dalle accuse sarà l'ex pm Antonio Ingroia. Il giornalista ha già annunciato la sua intenzione di ricusare il giudice e la sede di Palermo e chiedere che il processo si effettui altrove. «Perchè non fa una denuncia per diffamazione?» è la domanda posta in un articolo pubblicato sul sito di Telejato. L'Unci Sicilia intanto ha invitato il legale a ritirare la denuncia
Denunciato per stalking dall’avvocato Cappellano Seminara Pino Maniaci ironizza: «Non è il mio tipo!»
«Se ricercare la verità e denunciare il malaffare vuol dire essere uno stalker, allora sì, io sono uno stalker» Questa è la dichiarazione che ha rilasciato a Meridionews, Pino Maniaci, denunciato per stalking dall’avvocato e amministratore giudiziario, Gaetano Cappellano Seminara.
Il giornalista di Partinico, da tempo parla nei suoi tg, dell’avvocato, definendo pubblicamente la sua una «sconsiderata e disinvolta gestione dei beni sequestrati». «Io vado avanti, sorrido – continua Maniaci – ed è già pronta la contro-denuncia per difendere l’onorabilità e l’immagine della mia emittente televisiva (Telejato, ndr). Antonio Ingroia mi ha proposto di difendermi gratuitamente e io ho accettato. Oggi al festival del lavoro…che non c’è, che si è tenuto a Palermo – continua – ho parlato proprio di beni confiscati e ho letto una breve nota ma in cui spiego esattamente quel che penso ovvero che i beni sequestrati alla mafia devono tornare alla collettività e non rimanere in mano ai tribunali, agli amministratori giudiziari ai periti che a volte finiscono col produrre un effetto di devastazione quando non di vero e proprio fallimento». «Trenta, quaranta miliardi di euro – ha scritto nella nota il giornalista – diventano la ricchezza e l’arricchimento di pochi, di una casta che difende se stessa. Può un tribunale gestire l’economia di una provincia? Si sono persi 80.000 posti di lavoro questa legge va immediatamente modificata».
Intanto l’Unione dei cronisti della Sicilia (Unci) si è schierata con il giornalista: «Denunciare per stalking un cronista tenace, che non ‘molla’ giornalisticamente la sua preda – scrive in una nota l’Unci – è una novità assoluta nel panorama delle attività contro la libertà di informazione che pone i cronisti nella scomoda posizione di difendere non già la cronaca di un fatto, contestabile con gli strumenti di legge, ma un comportamento deontologico. Nel ribadire che non esistono zone franche nell’informazione giudiziaria, e che chiunque operi in virtù di un mandato pubblico ha il dovere di sottoporsi all’attenzione dei media». L’Unci Sicilia ha invitato il legale a ritirare la denuncia, confrontandosi con Maniaci sul terreno dei fatti narrati da Telejato.
Il giornalista dal canto suo, in attesa di replicare nelle sedi opportune, lo fa attraverso il sito di informazione della sua emittente «La denuncia – si legge in un articolo – è stata affidata al giudice Petralia, uno dei pupilli della Saguto, la quale dal suo ufficio delle misure di prevenzione ha sempre avuto un occhio di riguardo per Cappellano. Appartengono tutti, dal Procuratore Generale Lo Voi, in attesa di essere di nuovo sostituito, alla Saguto, alla corrente di Magistratura indipendente. Maniaci – continua l’articolo – ha già annunciato la sua intenzione di ricusare il giudice e la sede di Palermo e chiedere che il processo si effettui altrove».
L’articolo poi da spazio ad un piccolo approfondimento sul reato di stalking per proseguire «Ma perché abbiamo voluto esaminare questo reato? In fondo a tutto permane una domanda: perché Cappellano, dopo tutto quello che Maniaci gli ha detto, attraverso la sua emittente, trattandolo da ladro, incompetente, maneggione, complice, truffaldino ecc. non ha fatto una denuncia per diffamazione, ma per stalking? Secondo Maniaci la risposta è da ricercare nella possibilità che la denuncia per diffamazione potrebbe portare alla luce le motivazioni delle accuse fatte da Maniaci e scoprire, soprattutto davanti ai giudici, una serie di inghippi e manovre che è meglio tenere sotto silenzio. E poi cosa c’entra la famiglia di Cappellano, chi mai l’ha tirata in causa? Perché dichiara il falso ai giornali, simulando un atteggiamento da vittima, quando invece le vittime sono i tanti poveracci che ha buttato in mezzo alla strada con la sua sconsiderata e disinvolta gestione dei beni sequestrati?
E’ la prima volta – conclude l’articolo – che in Italia un giornalista si ritrova con un’accusa del genere, che si scontra con l’esercizio delle sue funzioni. Perché Cappellano si sente molestato? Forse metterà anche nel piatto la posta che i giornalisti delle “Iene” gli hanno fatto, in attesa che uscisse dal suo studio, per poterlo intervistare. Ma anche qua, cosa c’entra l’accusa di persecuzione?».
Una vicenda appena all’inzio e la sua conclusione non è scontata. Intanto Pino Maniaci ironizza su Fb: «Querelato per Stalking da Cappellano Seminara. Non è il mio tipo!»