«Oggi posso dire che lo Stato finalmente c’è e si sta occupando di questa vicenda in modo concreto e preciso». Sono queste le parole di Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone, durante la conferenza stampa di presentazione della richiesta di una commissione parlamentare d’inchiesta promossa dal Partito democratico per fare luce sulla scomparsa della bambina di quattro anni avvenuta l’1 settembre del 2004 da Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. L’obiettivo della proposta di legge, presentata dai deputati del Pd Alessia Morani e Carmelo Miceli, è «esaminare la compiutezza e l’efficacia dell’attività investigativa, anche valutando se vi siano state eventuali inadempienze o ritardi nella direzione e nello svolgimento delle indagini».
L’auspicio, adesso, è che la proposta venga accolta dagli altri gruppi parlamentari. «Non c’é dietro una bandiera politica. Denise è la bambina di tutti gli italiani», ha sottolineato Piera Maggio che, da 17 anni, porta avanti la battaglia per cercare la verità sulla sparizione di sua figlia. «La scomparsa di Denise – hanno commentato i deputati – appare ancora oggi avvolta da troppi misteri, segnata da gravi incongruenze, lambita da evidenze che portano a sospettare dell’esistenza di più di un depistaggio, di inquinamento di prove, di false testimonianze». Nell’ultimo periodo, sulla vicenda si è tornato a indagare a partire dalle parole della ex pm Maria Angioni che aveva dichiarato di avere avuto il sospetto di fughe di notizie sull’inchiesta. In particolare, che le persone intercettate sapessero che i loro telefoni erano sotto controllo. «La pm titolare delle indagini fino al 2005 – hanno affermato Miceli e Morani – ha parlato di “carenze nelle indagini” e di “numerosi e costanti depistaggi” con “un clima di sospetto e accusatorio che sarebbe stato provocato da alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine“».
E proprio oggi la magistrata, ospite del programma di Canale 5 Mattino Cinque, ha raccontato di come «una volta, il maresciallo Francesco Di Girolamo era entrato a casa di Anna Corona (la moglie di Pietro Pulizzi, il padre biologico di Denise, ndr), ma non da solo perché c’erano anche altri ispettori. Aveva cercato, su mia disposizione, di mettere una cimice nella casa nel quartiere storico per cercare di ascoltare le conversazioni della cerchia di amici di Jessica Pulizzi (la sorellastra della bambina scomparsa, ndr)». La pm dell’epoca ha sottolineato che quella avrebbe dovuto essere «un’attività segreta, ma il maresciallo ha dovuto desistere: era pedinato da altri inquirenti. Anche quando abbiamo cercato di mettere la cimice a Giuseppe Tassaro (l’ex marito della sorella del padre biologico di Denise), io stessa ho avuto la sensazione di essere seguita». La speranza di ricostruire un mistero lungo 17 anni potrebbe arrivare adesso dall’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta. «Denise non è scomparsa da sola, non l’hanno portata via gli alieni. L’ha presa una mano vigliacca e portata via dal nostro affetto», ha concluso Piera Maggio.
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