Dell’informazione (o quasi) d’alcun’emittenti televisive

RUBRICA/ L’ITALIA D’OGGI

di Giovanni Albanese

L’informazione (o quasi) d’alcun’emittenti televisive, dalle quali tu t’aspetteresti un’informazione esauriente t’offende, caro lettore e cara lettrice, vuoi perché l’incompletezza genera tedio, talmenteché tu finisci col cambiar canale, vuoi perché tu paghi un cànone (stavo per dire “un canòne, anzi un cagnaccio, il quale,novello tricipite Cerbero, loro paura incutere possa, e sbranarle e dilacerarle a membro a membro, e loro intronare le orecchie, sì ch’esser vorrebber sorde) ovvero un cannone, con cui sparare pallettoni, i quali le sventrino, le sfracellino, le annichiliscono, talché perpetuamente non vadano più ingannando la gente, col dare risalto a pettegolezzi, e col passar sotto silenzio importanti nuove, ovvero col negare agl’italiani servizi cui essi hanno diritto.

Prendo di mira Italia Uno, la quale offre tanto spazio a donne nude, le quali, se non da uomini assai danarosi le non ponno esser godute, e a fidanzamenti di questa o di quella cotale con questo o quel cotale calciatore, e col negare agl’italiani persino i risultati della serie B, la quale con, e non dopo, la serie A costituisce il vertice del calcio italiano; e eziandio della medesima serie A trattano le squadre più significative, e quelle, le quali non vantano tifosi se non eziandio in tutta Italia, né solamente nelle proprie città: voglio segnatamente dire Juventus, Inter e Milan. Vanno altresì perdendo fiato e tempo, almanaccando se la Roma poss’insidiare la Juventus, o se il Napoli, la Roma.

E veniamo alla RAI, e segnatamente a RAI tre, la quale sovente ti rammemora che devi pagare il cànone, ma bene, spesse fiate, dopo il TGR, o veramente omette affatto il meteo o veramente l’interrompe, mentre che sta trasmettendolo.

Avete, gentili lettrici e lettori, oltracciò notato, che la RAI, oltre che incamera il cànone di molt’italiani – ché alcuni, né so come, riescono a eluderlo -, ha impreso a trasmettere più pubblicità, dacché l’emittenti private tanta ne trasmettono.

Talmenteché, egli non havvi tanto danaro, quanto basti a “empier le lor bramose canne: stante che gli sponsors, la pubblicità, lo Stato, il popolo italiano gl’impinguano: e è lì che troviamo un pullulare di Ferrari, di motoscafi, di ville da un milione d’euro; di vacanze bianche il verno, di ferie al mare la state: insomma tutto quant’offende non meno noi, contribuenti italiani, che quanti poveri ond’abbonda la nostra nazione.

Quant’i’ finora discettato ho non sèmbravi giusto? Elleno sono le carenze, i difetti, le manchevolezze, i peccati, le colpe, di quest’emittenti, le quali o andrebbero estinte, ovvero noi italiani dovremmo ricusare, coalizzandoci, di più “televedere”- e mi si passi il neologismo italiano, il qual è in definitiva un calco del tedesco”Fernsehen”.

Il fatto sta che questi gestori d’emittenti televisive sono avaracci anzichennò, e quanto più introiti hanno, tanto più voglione.

Quali stipendi percepiscono show-girls e presentatori d’un’emittente televisiva?

Eglino tracannano tutt’il sangue succhiato a noi da loro, vampiri pilotati dal demone dell’avarizia, della gola, della lussuria, a altro non mirando se non a empier le lor tasche e a adempier il lor talento.

Insomma questa televisione, la quale tanto dilettane e intrattienne, a altro non può assomigliarsi se non a una ciurma di canaglie predatrici,le quali riveriscono e incensano esclusivamente il loro comodo.

Dovremmo unirci e recusare di più “televedere”; se bene m’avveda ch’il mio appello fòra vano e ‘ndarno.


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