La Corte dei conti ha deciso di deferire all’organo collegiale, sollevando dubbi e criticità sul via libera dato dal Cipress al progetto del Ponte sullo Stretto. Nel documento redatto dall’organo di controllo finanziario, si avanzano perplessità sui principi di concorrenza, a causa delle «significative modifiche intervenute nel progetto originario e alle nuove opere e varianti […]
Delibera Cipess sul Ponte: la Corte dei conti solleva dei dubbi di legittimità
La Corte dei conti ha deciso di deferire all’organo collegiale, sollevando dubbi e criticità sul via libera dato dal Cipress al progetto del Ponte sullo Stretto. Nel documento redatto dall’organo di controllo finanziario, si avanzano perplessità sui principi di concorrenza, a causa delle «significative modifiche intervenute nel progetto originario e alle nuove opere e varianti successivamente previste».
Ma è anche la gestione finanziaria ad essere criticata, perché anche qui ci sarebbero state delle «sostanziali modificazioni intervenute rispetto alle modalità di finanziamento dell’opera originariamente rimesso a capitale, anche privato, e attualmente a valere sulle finanze pubbliche» . Per questi motivi, dunque, la Corte dei conti prospetta l’opportunità di «deferire alla competente sede collegiale la valutazione della delibera Cipress n. 41/2025 e della sua conformità al quadro normativo di riferimento oltre che ai principi eurounitari».
La risposta della società Stretto di Messina
La seduta della sezione centrale di controllo di legittimità è stata fissata per il 29 ottobre, ma ciò secondo l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, non altererebbe il cronoprogramma stabilito: «Le risposte alla Corte dei Conti verranno fornite nei tempi previsti. Tale decisione, che non comporta un allungamento dei tempi previsti per il completamento della procedura di registrazione della delibera Cipess. La data resta fissata al 7 novembre, deriva dall’opportunità di svolgere ulteriori verifiche, rispetto ai chiarimenti già forniti».
«Siamo fiduciosi sull’esito positivo dell’esame della Corte – ha spiegato l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci -. Siamo convinti di aver operato nel pieno rispetto delle norme generali e speciali italiane ed europee relative alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Nei tempi previsti e in anticipo rispetto alla convocazione della seduta delle Sezione Centrale della Corte dei conti del prossimo 29 ottobre, forniremo tutti i nuovi approfondimenti richiesti, con la piena collaborazione da parte della Stretto di Messina».
L’ira del senatore Nino Germanà
Non accoglie la notizia con la stessa serenità Nino Germanà, senatore della Lega: «La Corte dei conti, pur agendo nel perimetro delle sue competenze, dimostra un’ostilità senza precedenti contro il Ponte sullo Stretto, che ha evidentemente l’unica colpa di essere un’opera per il Sud, portata avanti dalla Lega – afferma Germanà in una nota -. Mai nessuna opera infrastrutturale con investimenti analoghi al Ponte, dall’Alta Velocità alle autostrade, ha subìto un tale accanimento per le verifiche di legittimità proprie della Corte dei conti».
«Con la beffa che proprio oggi, il Contraente generale Eurolink – Webuild con la collaborazione della società Stretto di Messina, seguendo precisi input del Ministro Salvini, ha avviato un programma di selezione per assumere migliaia di uomini e donne per costruire il Ponte – aggiunge-. Supereremo anche questo ostacolo, nella consapevolezza di aver sempre agito nel rispetto di tutte le norme e nell’esclusivo interesse del Paese, del Mezzogiorno e della Sicilia».
Le conferme della Cgil
Confermano il valore delle proprie tesi contro la delibera Cipress, invece, i sindacalisti della Cgil che scrivono: «La decisione dell’Ufficio della Corte dei conti di chiedere il deferimento all’organo collegiale della delibera Cipress 41/2025, con cui il Governo ha approvato il progetto del Ponte sullo Stretto, conferma i punti da noi sollevati, anche alla Commissione europea, relativi a chiare e gravi incongruenze procedurali rispetto alla normativa vigente».
Ad affermarlo in una nota è il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo, ribadendo che «il rispetto di leggi e procedure non è un elemento parziale, come lo stesso Ministro Salvini ha più volte fatto intendere in questi giorni, ma è sostanziale per l’impiego di risorse pubbliche, come prescrive la Costituzione».