Da un lato i commercianti, dall'altra i residenti. In mezzo un consiglio comunale diviso e una maggioranza confusa. Il tentativo di dare nuove regole ai locali è il tema caldo di questi giorni. «Non è accettabile che l'amministrazione si riservi il diritto di chiudere le strade di maggiore pregio», attacca l'opposizione
Dehors, i punti critici di un regolamento che divide Dalla chiusura di Via Crociferi ai tempi delle concessioni
Fino ad ora, la durata massima di una seduta dell’attuale consiglio comunale è stata di 13 ore per discutere i 40 emendamenti sul regolamento per gli asili nido. Adesso il record rischia di essere frantumato dai 151 emendamenti prodotti dall’assemblea cittadina e dalla stessa amministrazione (ben 13) in merito al regolamento sui dehors. Tema caldo, anche alla luce della sempre più precaria vivibilità del centro storico. Da una parte i commercianti, dall’altra i residenti. Entrambi ben rappresentati dai consiglieri: con l’opposizione portavoce dei primi e alcuni esponenti della maggioranza dei secondi. Ieri la prima seduta è finita col venir meno del numero legale, per l’uscita dall’aula dell’opposizione, e con il rinvio a oggi pomeriggio. Inizio previsto alle 17, ma anche stavolta è prevista una fumata nera. Serve tempo per leggere e approfondire tutti gli emendamenti. Ma soprattutto è necessario che la maggioranza del sindaco Enzo Bianco ritrovi un minimo di coesione. A peggiorare le cose è stato l’atteggiamento dell’amministrazione, che con 13 emendamenti mira a cambiare alcuni aspetti strutturali del regolamento. Nonostante quest’ultimo sia stato proposto dalla stessa giunta.
Tra i punti più controversi figurano la durata della concessione del suolo pubblico per gli esercenti, l’obbligo di chiedere l’autorizzazione anche alla Sovrintendenza ai beni culturali, la chiusura totale di via Crociferi e il diritto di concedere strade e aree di particolare pregio che l’amministrazione vorrebbe stralciare dal regolamento e riservare per sé. Gli emendamenti presentati dall’assessore al ramo Angela Mazzola mirano a modificare alcuni di questi punti rispetto a quanto contenuto nella bozza del regolamento. Pare su richiesta del sindaco Bianco, evidentemente non convinto da quanto esitato dalla sua stessa giunta.
L’articolo 1 della bozza di regolamento stabilisce che la concessione per il suolo pubblico è rilasciata per cinque anni, rinnovabile. Durata che è congeniale ai commercianti e che è stata suggerita anche dalla direzione Affari legali che nel suo parere scrive: «Un termine breve scoraggerebbe gli operatori del settore dall’effettuare un investimento che ha comunque una propria onerosità». Sul piede di guerra i residenti che propongono una concessione da rinnovare annualmente. La via di mezzo, tre anni, sembrerebbe quella per cui spinge il sindaco Bianco.
Battaglia anche sulla richiesta di autorizzazione alla Sovrintendenza. Passaggio osteggiato dagli esercenti, secondo cui rappresenta un ulteriore livello di burocrazia. «Nel resto d’Italia la legge Franceschini ha esentato la Sovrintendenza da questi oneri – spiega il consigliere di Area Centrodestra Manlio Messina – ma in Sicilia la norma non è stata recepita. E’ un passaggio superfluo, persino davanti al Colosseo ci sono i dehors».
C’è quindi la questione via Crociferi, per cui l’amministrazione ha presentato un emendamento specifico, con l’obiettivo di eliminare integralmente la possibilità di esporre sedie, tavolini e ombrelloni. Già a luglio, dopo la denuncia di alcuni residenti che lamentavano soste e abusivismo selvaggi, l’assessore Mazzola aveva annunciato una particolare tutela per la via barocca. A questo si aggiunge un altro emendamento che lascia alla giunta la possibilità di «individuare eventuali strade e aree di particolare ed eccezionale importanza culturale, artistica e naturale dove non sarà concessa l’occupazione di suolo pubblico». Proposta che ha fatto infuriare l’opposizione. «Non possiamo lasciare a un assessore la possibilità di chiudere una strada – attacca Messina – perché se domani la carica sarà ricoperta da un lestofante, non possiamo escludere che questo vada in giro a ricattare i negozianti in cambio di voti o favori. Questa discrezionalità viola un principio costituzionale. Come glielo dici a uno che ha comprato una bottega che non può mettere più i tavolini?». Ma l’emendamento presentato da Mazzola non è visto di buon occhio da quasi tutto il consiglio, maggioranza compresa, che ancora una volta si vede scavalcato nelle sue competenze. Basta sentire l’intervento conclusivo nella seduta di ieri sera del consigliere Ludovico Balsamo di Articolo 4, lo stesso partito di cui è espressione l’assessore Mazzola: «L’argomento deve essere trattato in quest’aula – ha tuonato dai banchi del consiglio – a nessun consigliere è concesso di interferire con il lavoro giunta, allo stesso modo nessuno può imporre a quest’aula di riservare alcune vie all’amministrazione, come noi non possiamo chiedere di rivedere il progetto di viabilità in Corso delle province».
A fare da ponte prova il consigliere Agatino Lanzafame, del gruppo Con Bianco per Catania. «Non abbiamo bisogno di ultras che innalzano muri, ma di un lavoro paziente di tessitura tra interessi diversi ma tutti meritevoli di tutela. I residenti e i fruitori hanno diritto a una movida ordinata e decorosa, i commercianti ad avere regole certe che gli permettono di continuare la loro attività. Gli oltranzismi rischiano di non portare da nessuna parte». L’opposizione chiede invece di ampliare il discorso. «Manca il piano commerciale – spiega Messina – che stabilisca quali attività si possono aprire nelle diverse parti della città. In questo momento non esistono limiti e regole. Quindi se il Comune consente di aprire un locale, deve dare a tutti gli stessi diritti».