Palazzo degli Elefanti non salda una fattura di 734mila euro per le divise dei vigili urbani e la ditta fornitrice gli fa causa. Un commissario ad acta, entro 4 mesi, dovrà riscuotere il debito: «Altro che risanamento», denuncia Orazio Licandro (Pdci), che torna a chiedere chiarezza sul buco di bilancio
Debiti per le divise made in Südtirol Il Comune di Catania nei guai
Süditirol versus Liotro, il Comune di Catania in rosso rifà il guardaroba ai vigili urbani e non paga il conto a una multinazionale altoatesina che non ci sta a farsi menare per il naso. Così l’azienda in questione, la Würth, per ottenere il pagamento della cifra stabilita per la fornitura delle divise per la polizia municipale, ha intrapreso le vie legali contro l’amministrazione etnea, ottenendo dal Tar di Bolzano la nomina del prefetto di Messina come commissario ad acta per imporre al Comune di saldare il conto: ben 734mila euro.
Il caso era già stato sollevato quasi un mese fa sui giornali altoatesini, ora a pochi giorni dalla scadenza dell’ultimatum di trenta giorni concesso dal Tar al Comune per il «pagamento spontaneo della somma», viene rilanciata da Orazio Licandro, ex consigliere comunale e attuale esponsabile organizzativo dei Comunisti italiani.
Il fatto è che, passato più di un anno dalla fornitura, oltre alla cifra iniziale, Palazzo degli Elefanti dovrà sborsare – tra interessi e spese legali – 100mila euro in più. Se da una parte al primo decreto ingiuntivo esecutivo del Tribunale, datato novembre del 2010, non è mai stato dato seguito, dal Comune, non solo non è mai arrivato il pagamento, ma nemmeno forme di opposizione o rassicurazioni.
Insomma, il Comune fa lo gnorri e la multinazionale con sede a Egna (paesino vicino a Bolzano) decide di continuare la battaglia legale per ottenere il pagamento della cifra dovuta, rivolgendosi al Tar di Bolzano. Lo scorso 17 ottobre il tribunale amministrativo ha nominato il prefetto messinese Francesco Alecci come commissario ad acta. Trascorso ormai senza frutti il primo mese in cui il debito poteva essere saldato spontaneamente, Alecci ora avrà 4 mesi di tempo per provvedere al risanamento del debito che, come si legge nella sentenza del Tar, potrà attuare «variazioni di bilancio, l’assicurazione di mutui e/o prestiti nel nome e per conto del comune di Catania, l’alienazione di beni del comune di Catania, anche mediante trattativa privata e quanto altro necessario per l’assolvimento del suo mandato».
Ma perché il Comune non si è affrettato a pagare prima di vedersi pignorare i beni come un moroso qualsiasi? «Questa notizia – afferma Licandro – conferma ancora una volta che siamo nell’inadempimento perché non c’é stato alcun risanamento». L’esponente del Pdci segnala «ancora una volta, l’opacità della situazione» e, sulla scorta di quest’ultima vicenda riguardante l’amministrazione, chiede che «si faccia chiarezza sui debiti fuori bilancio relativi a pendenze giudiziarie che nessuno sa a quanto ammontano e rappresentano un altro buco nero».
Intanto la ditta altoatesina aspetta ancora il pagamento delle divise. Viste certe cattive abituduni tutte catanesi, avrebbe fatto meglio a pattuire il pagamento anticipato.