Il questore di Catania ha disposto il divieto di accesso a stadi e manifestazioni sportive per il patron del Catania e l'ex amministratore delegato. Adottato per la prima volta «per tutelare la loro incolumità», dicono dalla questura. «Invece andavano puniti per il loro comportamento», è il commento della tifoseria
Daspo per cinque anni a Pulvirenti e Cosentino Ultras: «Senza senso, vanno allontanati a vita»
Diffida per cinque anni a carico dell’ex presidente del Catania Antonino Pulvirenti e dell’ex amministratore delegato Pablo Cosentino. I due non potranno entrare in nessuno stadio né partecipare ad alcuna manifestazione legata al calcio. Ha deciso così il questore di Catania Marcello Cardona. Il provvedimento di Daspo viene emesso di solito nei casi di comportamenti violenti da parte di tifosi o tesserati. È la prima volta che viene applicato a dei dirigenti di calcio professionistico «per ragioni legate alla sicurezza e all’ordine pubblico che la loro sola presenza all’interno di strutture sportive potrebbe turbare», spiega la dirigente della Digos Antonella Paglialunga. A permetterlo è la nuova normativa, mai applicata finora, che estende l’applicabilità del Daspo anche ai casi di associazione per delinquere finalizzata alle frodi sportive. Proprio le accuse che sono state rivolte dalla procura di Catania a Pulvirenti e Cosentino, indagati nell’inchiesta I treni del gol. I due dirigenti non saranno sottoposti all’obbligo di firma, come consueto invece nei casi di misure adottate per episodi di violenza. «Un provvedimento inutile», secondo il tifoso presidente del club Angelo Massimino Pippo Tattaresu.
«È una misura forte, che marchia i soggetti che la subiscono, tuttavia non ha carattere sanzionatorio ma preventivo – aggiunge il dirigente della divisione anticrimine Ferdinando Buceti – È necessaria per tutelare la loro incolumità». A seguito degli effetti dell’inchiesta I treni del gol, che minacciano di portare la squadra in Lega Pro, «Pulvirenti e Cosentino potrebbero incorrere nelle ire dei tifosi – continua il dirigente – che addebitano alle loro malefatte la situazione di difficoltà attraversata del Catania». Cinque anni rappresentano il massimo per il Daspo. «Sono commisurati alla gravità del reato contestato ai due», replica Buceti. Il provvedimento è stato notificato nei giorni scorsi al patron del Catania e all’ex dirigente argentino ma la notizia è stata diffusa solo oggi, in concomitanza con la prima udienza della giustizia sportiva per i due, a Roma. «Il questore si è mosso in via d’urgenza. È solo una casualità», conclude Buceti.
«Dovevano dasparli a vita subito dopo l’arresto – afferma Pippo Tattaresu – Non per proteggere la loro incolumità, ma come punizione per il danno e la vergogna che hanno causato alla città e alla tifoseria». Il tifoso – conosciuto anche per aver protestato in catene fuori dalla Federcalcio nel 1993 -, ha rischiato il Daspo qualche anno fa: «Senza obbligo di firma, il provvedimento non ha senso». Ma riconosce che «la sola presenza di Pulvirenti può istigare le persone a fare cose che neanche passerebbero loro per la testa». La questura intanto ha avviato il procedimento amministrativo per estendere l’interdizione anche agli altri indagati dell’inchiesta I treni del gol: Per quanto riguarda il procuratore sportivo e agente Fifa Fernando Antonio Arbotti, l’ex allenatore del Catania Daniele Delli Carri, il titolare di centri scommesse Giovanni Luca Impellizzeri, Piero Di Luzio e Fabrizio Milozzi. Tutti al momento agli arresti domiciliari.