Ha vinto la medaglia d'oro ai Giochi olimpici ma non si è montato la testa. E il suo pensiero va alla comunità acese, alla quale è molto legato. A dimostrazione di ciò Garozzo dichiara che se vincesse il contest de La gazzetta dello sport, una parte dei fondi a disposizione la devolverebbe a La tenda di Cristo di Acireale
Daniele Garozzo, medaglia d’oro per beneficenza «Gli atleti hanno responsabilità verso la comunità»
Per Acireale le emozioni delle olimpiadi di Rio potrebbero non essere finite. La sorpresa arriva da Daniele Garozzo, il fiorettista acese fresco di medaglia d’oro. Lo schermidore sta partecipando al contest de La gazzetta dello sport Votate le medaglie che più vi hanno emozionato. L’iniziativa – finanziata dalla fondazione Giovanni Agnelli – prevede che i lettori del quotidiano sportivo scelgano tra le medaglie portate a casa dagli azzurri, quelle che più hanno convinto ai Giochi. Ai tre selezionati la onlus assegnerà le stesse cifre stanziate dal Coni per l’oro (150mila euro), l’argento (75mila) e il bronzo (50mila), con la differenza che il primo premio potrà andare anche a un secondo o a un terzo classificato a Rio. Le somme hanno messo in moto i social degli atleti che hanno iniziato a chiedere un click sul sito. Tra questi pure Garozzo che ha le idee chiare su come eventualmente utilizzare i fondi. E che attualmente è primo in classifica.
«Metà del premio la darò in beneficenza a Medici senza frontiere, metà a La tenda di Cristo di Acireale. Quest’ultima è una struttura che assiste ragazze madre, bambini e famiglie disagiate e – spiega a MeridioNews Garozzo – l’ho scelta perché so che ha bisogno che qualcuno le faccia del bene». La decisione nasce da una convinzione: «Atleti e personaggi pubblici hanno una responsabilità nei confronti della propria comunità». E Garozzo è visceralmente legato a quella acese dove «c’è la mia vita, la mia famiglia e tutti i miei migliori amici». Così per la città che gli ha dato i natali, il fiorettista è disposto a cedere l’eventuale guadagno determinato dal contest. Una scelta importante anche perché «a discapito di quello che si può pensare, gli sportivi olimpici non guadagnano molti soldi: avrei potuto raddoppiare il mio profitto ma farmi portavoce di un messaggio di solidarietà mi sembra più importante», afferma il campione.
E se la scelta è ricaduta su La tenda di Cristo per via dell’attaccamento alla città dei cento campanili, quella di Medici senza frontiere è dettata dall’altro sogno di Garozzo: diventare un medico. «Sono al terzo anno di Medicina e nel mio futuro vedo questa carriera che – confida -, mi piacerebbe collegare all’ambiente sportivo». Una doppia prospettiva che nasce da una certezza: «Generalmente gli schermidori iniziano a ritirarsi intorno a 38 anni». E Garozzo a vivere di rendita e di allori passati non ci sta. Nel frattempo nella struttura acese gestita da tre consacrate all’ordine della Madonna della tenda di Cristo, suor Alfonsina parla di un «segno della divina provvidenza». Il centro di accoglienza è nato nel 1993 e da allora si sostiene con le sole proprie forze, tra le difficoltà economiche. «Attualmente siamo sott’acqua e la beneficenza di Daniele Garozzo sarebbe provvidenziale», commenta suor Alfonsina, pochi minuti dopo avere appreso la notizia.
Il campione olimpico le suore Alfonsina, Lucia e Rosalba non lo conoscono personalmente ma «forse sarà capitato incontrarlo in città». Nel centro di accoglienza sono loro – insieme a una trentina di volontari – a dare un supporto a persone senza casa, lavoro e soldi per la spesa. A disposizione dei quali ci sono prefabbricati, un orto sociale, cibo e l’affetto delle religiose. Che non basta, come quando per via di un cortocircuito è andato a fuoco il pulmino utilizzato per accompagnare a scuola i bambini. «Non abbiamo potuto sostituirlo perché non avevamo i soldi necessari ma con quelli messi a disposizione da Garozzo i piccoli potrebbero averne uno nuovo», racconta suor Alfonsina. Un progetto a breve termine che si accompagna a due idee di lunga data: un centro di accoglienza per donne vittime di violenza e uno diurno per bambini. Sogni che adesso potrebbero trasformarsi in realtà grazie ai sacrifici del campione olimpico.