Quattromila chilometri: da Castellammare del Golfo allla Galizia. È la sfida vinta da Antonino Como che ha toccato le maggiori città della spiritualità italiana, francese e spagnola. «Ho incontrato tantissime persone che mi hanno ospitato e accolto, ognuno con una storia diversa da raccontare». Guarda le foto
Dalla Sicilia a Santiago de Compostela in bicicletta «Un cammino di fede che mi ha cambiato la vita»
A bordo della sua bicicletta ha percorso quasi quattromila chilometri: da Castellammare del Golfo a Santiago de Compostela, mettendosi alla prova: «Nella vita non bisogna mai porsi limiti – racconta Antonino Como, 53 anni – perché niente è irraggiungibile, basta solo volerlo perché tutto è nelle nostre mani». Lui dice di «non aver fatto niente di eccezionale», ma nella sua città già la considerano un’impresa unica.
Dopo anni di esperienza con l’Alcamo Team Ciclismo in giro per la Sicilia, Antonino ha sentito il bisogno di fare questo cammino. «Sono viaggi che vanno pensati ed elaborati nel tempo. Bisogna soprattutto essere pronti fisicamente, mentalmente e spiritualmente. La fede è la chiave di tutto e sentivo il bisogno di intraprendere questo personale cammino spirituale». Trentacinque giorni di viaggio, 224 ore passate in sella alla sua bicicletta, per un totale di 3.937 chilometri percorsi fino a raggiungere un dislivello di oltre 32mila metri. È questo il bilancio dell’incredibile viaggio.
Partito il 14 ottobre da Castellammare del Golfo, nel Trapanese, Antonino è arrivato alla meta il 17 novembre, attraversando le maggiori città della spiritualità italiana, francese e spagnola, da San Giovanni Rotondo a Lourdes passando da piazza San Pietro, percorrendo i Pirenei della Francia fino a raggiungere la Spagna. Un viaggio in solitaria «non per riflettere, perché la strada non permette distrazioni, ma con soltanto un obiettivo fisso: raggiungere la tanto sognata meta. Una meta che vedevo come lontanissima, anche quando ero a poche centinaia di chilometri. È stato un viaggio davvero incredibile che sentivo il bisogno di fare in questa fase della mia vita. Un pellegrinaggio che ha abbracciato la mia passione per la bicicletta».
Pochi imprevisti, «solo due piccole cadute, ma niente di preoccupante – racconta –. Ma sono convinto di una cosa: non ero solo, evidentemente qualcuno avrà accompagnato il mio cammino. Durante quei giorni ho incontrato tantissime persone che mi hanno ospitato e accolto, sia in Italia che in Francia. Gente comune e molti pellegrini, ognuno con una storia diversa da raccontare. Mi ha colpito molto quella di un avvocato in pensione “in cammino per riflettere”, e molti altri ciclisti partiti per ritrovare la fede. In ogni città sono stato accolto, una famiglia francese, di origini italiane, mi ha ospitato per una notte e invitato a cena in compagnia dell’intera famiglia. Il figlio più piccolo, la mattina della mia partenza mi ha addirittura donato un salame e del pane da portare per il viaggio. Mi sono sentito davvero a casa».
Esperienza da rifare? «In realtà ancora non mi sono reso conto realmente di quello che ho fatto; ci vorrà un po’ per metabolizzare. Intanto mi godo l’affetto della mia famiglia che mi ha sempre sostenuto e motivato, in futuro ripartirò». Antonino è rientrato in Sicilia in aereo da pochi giorni, ma ancora aspetta la sua compagna di viaggio: «L’ho spedita tramite una compagnia locale, spero arrivi presto».