Il fischietto siciliano dopo quindici anni di carriera arriva a calcare i campi della massima serie. È diventato famoso per essere protagonista involontario di uno dei video più virali sul calcio di provincia, quello dei playoff tra Sinagra e Rocca di Caprileone
Dalla punizione virale di Bonfiglio a Verona-Udinese L’esordio in Serie A dell’arbitro messinese Santoro
«Per uno che ha arbitrato Sinagra – Rocca di Caprileone, Verona – Udinese sarà una passeggiata». È solo uno dei tanti commenti dedicati sui social ad Alberto Santoro, arbitro messinese che domenica pomeriggio per la prima volta arbitrerà una partita di Serie A. Un traguardo importante per il fischietto peloritano sostenuto e festeggiato sui social, con tanto di immagine con l’hashtag #MessinaTornaInSerieA.
Ma Santoro, una gavetta lunga oltre quindici anni, partita dai campi più sconosciuti dell’entroterra siciliano e culminata con quattro stagioni nella rosa degli arbitri di Serie C, è famoso sul web soprattutto per essere stato protagonista involontario di uno dei video virali più cliccati degli ultimi anni. Correva l’anno 2011 e la giacchetta nera era il direttore di gara designato per la semifinale dei playoff di Prima Categoria tra Sinagra e Rocca di Caprileone, proprio lui fischiò la punizione trasformata in rete da Simone Bonfiglio sottolineata dal video dall’esultanza delirante del telecronista.
E proprio in memoria di quel video, che ha portato alla popolarità la compagine del Messinese, il Sinagra non ha fatto mancare il proprio in bocca al lupo a Santoro. «Il Sinagra Calcio rivolge un grosso in bocca al lupo e si complimenta con Alberto Santoro, che domenica pomeriggio dirigerà il suo primo match in Serie A – si legge sul canale social della squadra – Il fischietto messinese, prima di raggiungere questo prestigioso traguardo, ha arbitrato negli anni diverse gare del Sinagra Calcio. La più famosa, certamente, resterà la semifinale playoff 2010/2011 contro il Rocca di Caprileone, passata alla storia per il goal su punizione di Simone Bonfiglio che ha fatto poi il giro del web».