È il progetto a cui sta lavorando la curia per raggruppare associazioni, cattoliche e laiche, che in questi anni ne hanno mantenuto vivo il ricordo. Ad annunciarlo il parroco antimafia per la presentazione della Festa delle 3P dedicata al sacerdote martire che si terrà il 15 settembre alla cattedrale: ci sarà anche don Luigi Ciotti
Dalla Chiesa di Palermo un centro per Padre Pino Puglisi Don Stabile: «Non si arrese mai e mise mafia alla gogna»
Un centro-laboratorio dedicato alla vita di Padre Pino Puglisi. È il progetto a cui sta lavorando la curia nel tentativo di raggruppare tutte le associazioni, cattoliche e laiche, che in questi anni trascorsi dalla sua morte ne hanno mantenuto vivo il ricordo, trasferendo il suo messaggio ai più giovani. Ad annunciarlo oggi padre Francesco Michele Stabile, il parroco antimafia per anni alla guida della comunità San Giovanni Bosco alla periferia di Bagheria, in occasione della presentazione della Festa delle 3P – come veniva spesso chiamato padre Pino Puglisi – la manifestazione organizzata dall’arcidiocesi di Palermo in occasione del ventitreesimo anniversario dell’uccisione da parte di Cosa nostra del sacerdote martire. L’idea, come ha rivelato Stabile, è partita dal basso, ma è stata accolta con entusiasmo dall’Arcidiocesi di Palermo che si è subita attivata per individuare una sede idonea, probabilmente nei dintorni della cattedrale.
«Proprio perché l’arcivescovo – ha detto Stabile – desidera che ci sia una convergenza fra tutte le realtà ecclesiali e non che si ispirano alla sua figura, vorremmo creare un luogo dove sia possibile raccogliere i documenti legati alla sua vita, ma anche fare studi e riflessioni, progettare interventi. La richiesta, ha spiegato, é partita dal basso, ma Lorefice l’ha subito sposata. Ora ci impegneremo per riunire tutte le associazioni». L’annuncio è stato dato durante la presentazione della festa in ricordo di Puglisi che negli intenti della curia, vuole essere anche «un messaggio alla città». Un modo per ricordare e trasmettere il suo sacrificio e il suo impegno, soprattutto tra i più giovani. Alla manifestazione, a cui hanno aderito in maniera gratuita decine di artisti, si terrà il 15 settembre – giorno anche del compleanno del parroco di Brancaccio, guida e formatore di migliaia di giovani – alle 20.30 nel piano cattedrale. Una scelta non casuale, dettata dal desiderio di coinvolgere tutta la cittadinanza, in particolare le nuove generazioni e chi non l’ha mai incontrato.
Tra gli artisti che hanno confermato le loro adesioni Roberto Lipari, Salvo Piparo, Sei Ottavi, Lucina Lanzara, Lassatili Abballari, Coro Polifonico del Balzo, Stefania Blandeburgo, Compagnia del Ciclope, Pirati dello Spirito, Sergio Munafò, Compagnia Movimento e Danza, Cris Peace e Volontari Clown Vip. Prevista la partecipazione straordinaria di Moni Ovadia. Alla Festa con 3P interverranno anche l’arcivescovo Corrado Lorefice – che con Pino Puglisi ha collaborato – e don Luigi Ciotti. Saranno presenti anche dieci ragazzi del carcere minorile di Trapani che hanno chiesto un permesso di libera uscita pur di essere presenti. «L’arcivescovo Lorefice – ha raccontato il direttore artistico Massimo Sigillò – ha voluto con forza questa iniziativa e ha chiamato a raccolta tutti coloro che hanno operato sotto il segno di padre Puglisi. L’idea è di ridare al suo messaggio un’attualità che non hai mai perso e che ora deve passare ai giovani. Per questo abbiamo pensato a un momento di festa che non fosse solo uno spettacolo ma un messaggio alla città, da proporre ai giovani palermitani che magari conoscono il suo nome, ma molte cose non possono ricordarle. Noi non ricordiamo l’uccisione di Puglisi, ricordiamo il suo messaggio che era gioia. Il vescovo è stato chiaro: parliamo con tutti».
«Sappiamo che la cattedrale si riempirà – ha aggiunto Sigillò – abbiamo previsto 500 sedie, ma siamo sicuri che non basteranno». «In questi anni – ha ricordato, invece, Stabile – la parrocchia di Brancaccio ha curato le iniziative in onore di Puglisi, ma ora la Chiesa palermitana vuole prendere l’iniziativa. Vorrei fosse chiaro, però, che non piangiamo un uomo morto, ma viviamo nella gioia di un uomo risorto. Puglisi non rimase mai zitto, mise alla gogna la mafia, fu una spina nel fianco di Cosa nostra, togliendole l’aureola che si era costruita e fece rialzare la testa a tanti giovani. Vogliamo sottolineare che Puglisi era un grande educatore e questo aspetto non è mai stato messo in evidenza a sufficienza in questi anni».
Un’opera di evangelizzazione che Puglisi portò sempre avanti, e lo fece al prezzo della sua vita. Da allora tanti anni sono trascorsi e molte cose sono cambiate ma, come ha sottolineato Stabile, rimane ancora molto da fare: «Ormai siamo tutti d’accordo che la mafia è una cosa negativa, ma non è ancora sufficiente. Il problema è cosa noi facciamo, come viviamo questa relazione, perché ancora agiamo in ambienti dove ci sono presenze mafiose, anche se occulte». E il ruolo della politica? «Soprattutto la politica deve impegnarsi, perché Puglisi pensava era il faro per la gente. Oggi, invece, non sempre mostra attenzione verso le persone, e lo vediamo anche da ciò che accade qui da noi in Sicilia».