Triplo appuntamento nel weekend all'interno del teatro. Verrà affrontato il tema della militarizzazione del territorio, insieme agli attivisti che da anni si battono contro l'installazione del sistema radar a Niscemi. Spazio anche al film Come il fuoco sotto la brace. Prevista la presenza del regista Giuseppe Firrincieli
Dal Muos al G7, al Montevergini iniziative contro la guerra Sabato in proiezione il documentario sulla lotta No Muos
È un filo diretto all’insegna della militarizzazione del territorio quello che lega il Muos di Niscemi – operativo ma non ancora attivo – al prossimo G7 di Taormina, previsto per maggio 2017. Se ne parlerà sabato 26 novembre al teatro Montevergini. Il gruppo informale di cittadini che a ottobre ha «liberato» gli spazi del centro culturale da tempo ospita le assemblee del comitato No Muos di Palermo. E il primo risultato di questa sinergia tra attivisti vedrà un triplo appuntamento nel weekend: alle ore 19 ci sarà un aperitivo di finanziamento per le spese legali degli attivisti No Muos; alle ore 20 è prevista la proiezione di Come il fuoco sotto la brace – il documentario che racconta l’esperienza del movimento antimilitarista – e alle ore 22 sessione di musica popolare a cura di Arci Tavola Tonda.
Per l’occasione sarà presente l’autore del documentario, il ragusano Giuseppe Firrincieli. Come il fuoco sotto la brace è un film documentario che racconta l’esperienza No Muos che vivono uomini, donne, giovani, anziani e bambini di Niscemi, insieme ai comitati che si sono formati in Sicilia. La protesta non violenta negli anni è diventata la lotta di tutti coloro che si oppongono agli accordi presi tra il governo degli Stati Uniti, il governo italiano e la Regione Siciliana, riguardo l’installazione del sistema radar MUOS (Mobile User Objective System). L’apparato di telecomunicazioni satellitare, di proprietà della Marina Militare Usa, sorge tra l’altro all’interno di una base militare che già vantava al proprio interno 46 antenne N.R.T.F. (Naval Radio Transmitter Facility) e che allo stesso tempo si trova all’interno di una riserva naturale, la Sughereta di Niscemi. «Il documentario è lo sguardo attivo – spiega il regista – su un presidio permanente fatto di persone, voci, canzoni, coperte, sedie, tavoli, legna che arde, pentole per cucinare ogni giorno. E ogni notte il fumo della stufa sale in alto a manifestare la presenza della vita che resiste sullo sfondo della mega antenna, la più alta ma non l’unica, un simbolo di oppressione e di morte che nasconde dietro la collina l’ancora più opprimente MUOS».
Attualmente il Muos è oggetto di procedimento penale sulla mancanza di autorizzazioni relative alla sua costruzione. A gennaio per 129 attivisti dovrebbe tenersi la prima udienza del processo a carico: si tratta di un rinvio a giudizio per due episodi, l’ingresso nel 2013 nell’area recintata dove sono impiantate le antenne, e la liberazione simbolica, il 25 aprile 2014, del pozzo d’acqua dentro il recinto innalzato dalla Marina USA all’interno della sughereta di Niscemi.