Dal campo di sterminio di Pisticci a Portella della Ginestra

Ricorre oggi il 68° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Una data che segna un momento fondamentale nella definitiva cancellazione delle politiche del regime mussoliniano e del Terzo Reich in Europa.

Noi, quest’anno, lo vogliamo commemorare con un contributo concreto alla conoscenza di ciò significò la Resistenza nella guerra contro questi mali che afflissero tutte le popolazioni europee, e lo vogliamo fare soprattutto con il pensiero rivolto ai milioni di soldati che in tale guerra, in diverse parti del mondo, sacrificarono la loro vita per consegnarci un mondo libero e democratico.

Tra il 1941 e il 1943, attraverso le campagne di conquista della Iugoslavia, l’esercito di Mussolini si rese responsabile di atroci delitti e di una intensa attività di internamento delle popolazioni slave in diversi campi di concentramento istituiti in Italia.

Riportiamo, qui di seguito, un documento del 4 giugno 1942, della Regia questura di Trieste (una città in cui era attivo un campo di sterminio nazifascista) che documenta una delle tante operazioni di repressione disposte dal Ministero dell’Interno del Governo mussoliniano, contro i comunisti e i partigiani iugoslavi. (sopra, a sinistra, foto tratta da giovanicertoma.it)

Si tratta di un fonogramma a mano indirizzato alla Compagnia Interna dei Carabinieri e alle Carceri Giudiziarie di via Nizza a Trieste, città infestata da Gaetano Collotti, la cui banda nasceva a “Villa Triste” sotto gli auspici del superpoliziotto Giuseppe Gueli, un conterraneo di Ettore Messana.

Si dispone la traduzione al campo di concentramento di Pisticci (Basilicata), di quarantadue detenuti rinchiusi nelle carceri di via Nizza a Trieste. L’ispettore generale di P.S. e reggente la questura di Trieste, Ettore Messana, senza perdere tempo, stabilisce che l’indomani alle ore 09,00 un congruo numero di militari dell’Arma prelevi i detenuti e li accompagni alla stazione ferroviaria con alcuni automezzi che si sarebbero trovati pronti per l’impiego mezz’ora prima della partenza. L’ordine è chiaro: “Avverto – scrive Messana – che est stato disposto perché una vettura ferroviaria, messa a disposizione dal Compartimento FF.SS., sia pronta sul binario A. con ingresso da via Flavio Gioia.”

Qui ci interessa sottolineare due aspetti di questo documento:

1) Che in Italia furono istituiti non pochi campi di concentramento fascisti contro gli oppositori del regime;

2) Che l’esperienza anticomunista e antislava di Mussolini, servì a forgiare un apparato burocratico che sarà impiegato dopo il 25 aprile 1945 per bloccare il pericolo comunista in Sicilia e in diverse altre parti d’Italia. L’esperienza anticomunista e antipartigiana in Slovenia e nel Nord Est italiano, servì al nuovo regime antiunitario a bloccare l’avanzata della democrazia nel nostro Paese. Basti pensare che sarà proprio un uomo come Messana a gestire l’ispettorato di PS nell’Isola dal primo Governo De Gasperi alle stragi di Portella della Ginestra e del 22 giugno 1947, quando furono prese d’assalto le Camere del Lavoro della Provincia di Palermo.

Chi è interessato ad approfondire tale argomento può visitare il blog di Giuseppe Casarrubea, dal quale è tratto questo articolo, dove troverà altre informazioni:

Per leggere il documento vai a: Ettrore Messana internamenti

Per leggere l’allegato con i 42 nomi degli internati, andare su (da notare che la qualità del    documento è assai carente):    Nominativi internati a Pisticci

Lettura collegata:

La Resistena antifascista in Slovenia e l’ispettore Messana

 

Giuseppe Casarrubea

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