Ospite in una trasmissione in onda su Trm, il presidente del Palermo ha affrontato i temi che riguardano l'attualità rosanero. Spazio anche alle questioni societarie: «Abbiamo incaricato una ditta di trattare la vendita della quota di Di Piazza»
Dagli aspetti tecnici al futuro del club, parla Mirri «Siamo delusi ma non è fallimento del progetto»
Dario Mirri a 360 gradi. Ospite del format La Partita sul 13 in onda su Trm, il presidente del Palermo ha focalizzato l’attenzione su tutti i temi relativi all’attualità rosanero. Rispondendo alle domande formulate dai giornalisti (presenti in studio e un paio collegati da casa) e anche dai tifosi intervenuti sui social, il numero uno del club di viale del Fante ha spaziato muovendosi in un territorio all’interno del quale ha toccato vicende di natura tecnica, questioni societarie passando attraverso il suo stato d’animo in relazione al deludente nono posto in classifica della squadra. «Certamente sono stati commessi degli errori, a tutti i livelli – ha sottolineato l’imprenditore palermitano – pretendo di più da tutti, dall’amministratore delegato Sagramola ai giocatori. Tutto è migliorabile e resto convinto che possiamo ancora competere per vincere anche se non attraverso il primo posto. Se ci saranno rinforzi sul mercato? Noi lavoriamo sempre con l’obiettivo di migliorare la struttura e la competitività della squadra ma parlare di rinforzi pensando che l’acquisto di un attaccante (il presidente non ha smentito l’interesse dei rosa per l’esterno offensivo palermitano Di Gaudio attualmente ai margini del progetto tecnico del Verona, ndr) o di un centrocampista possa risolvere i problemi mi sembra semplicistico. I problemi riguardano i giocatori ma sono più ampi. Ciò che manca a questa squadra, a mio avviso, è la personalità, la ‘cattiveria’ e direi anche elementi adatti a questa categoria. E’ una squadra composta da giocatori che devono ancora calarsi nella serie C».
Un campionato, per quanto concerne il girone dei rosa, dominato finora dalla Ternana: «A Terni hanno una squadra già definita, noi invece abbiamo una base su cui dobbiamo ancora costruire ed è proprio costruire l’aspetto più difficile. Noi spendiamo più di molte altre squadre (sei milioni in termini di emolumenti ai tesserati, ndr), solo Bari e Ternana fanno di più. Il calcio, però, non è una scienza esatta e i risultati dipendono da una serie di variabili. Tengo a precisare – ha aggiunto – che noi all’inizio della stagione non abbiamo dato un messaggio fuorviante alla gente. Ho detto ad agosto che il campionato di C non dovevamo vincerlo ma potevamo vincerlo. Boscaglia? Abbiamo preso il miglior allenatore della C, è siciliano e un grande appassionato. Lo abbiamo fortemente voluto e resterà con noi, non credo che cambiando allenatore si possano risolvere i problemi. Strada in salita dopo l’entusiasmo che ha caratterizzato l’anno della rinascita? Certamente adesso c’è delusione ma non parlerei di fallimento del nostro progetto».
Attivata la modalità ‘panoramica’. Dopo l’inquadratura sugli aspetti tecnici, lo zoom si è spostato sulle vicende societarie e in particolare sulla recente separazione dal socio di minoranza Tony Di Piazza: «Ha comunicato la volontà di recedere le quote ma continua a tenere la barra dritta e rispetterà gli impegni presi anche per il prossimo anno. Ritengo che una delle cause principali della sua decisione sia stata la lontananza. La sua quota è in vendita e, a questo proposito, abbiamo incaricato la ditta Price Water Cooper di trattare la vendita del suo 40 per cento. Se la prenderò io? Difficile anche a causa dell’emergenza Covid, un fattore che ha condizionato inevitabilmente i nostri piani e che una società come la nostra paga più di altre dal punto di vista ad esempio dello stadio o degli sponsor. Dipenderà, in ogni caso, da una serie di valutazioni. Le porte del Palermo, in generale, sono spalancate. Chi fosse interessato alla società, che io non mi pento di avere preso considerando questa un’impresa del cuore, deve essere comunque migliore di Mirri, in termini di disponibilità e anche di visione strategica. Se dovesse chiamarmi Ferrero? Siamo stati competitors per l’assegnazione del bando. E’ presidente della Sampdoria e non può prendere il Palermo. Al di là di tutto – prosegue – servono fatti e non chiacchiere. Finora, onestamente, non ho visto tanti soggetti (e a questo proposito c’è un’indiscrezione da parte di Tuttomercatoweb, smentita tuttavia dal diretto interessato, secondo cui il Palermo avrebbe attirato l’attenzione di Davide Serra, CEO del fondo Algebris che ha già investito in città nell’ambito delle strutture alberghiere, ndr) disposti a farsi avanti». Mirri, in ogni caso, rassicura i tifosi: «Comunque finisca, la società non avrà debiti. Calo di interesse in città per il Palermo? Bisogna vincere».