Dallalto dei monti Erei giunge un saluto alla ridente città ragusana
DA KORE CON FURORE
Non siamo su un monte Olimpo ma restiamo sulla cima di un record:
ci troviamo a Enna, il capoluogo di provincia più alto dItalia. Risparmiando i “CHI SE NE FREGA” ci innalziamo rispetto a coloro che non credono nelle capacità di una città quasi ignorata. Ci sono troppi luoghi comuni e altrettanta disinformazione: in pochi sanno infatti che Enna è una fresca provincia universitaria. Il Consorzio Universitario è stato un vero e proprio Deus ex machina capace di risollevare le sorti della vecchia Castrogiovanni. E nata così Kore, una “Università a misura di studente”. Parecchi i pregi e i vantaggi, primo fra tutti il fatto che non è un Ateneo con ottantamila studenti e connesse problematiche di logistica. Ovviamente cè anche il rovescio della medaglia, e qui cè da imbestialirsi
Mancano una serie di servizi a tutela dello studente e dellERSU, a causa di disguidi della Regione Siciliana; Cè un eccessivo caro-vita che grava sulle tasche e sulla pazienza degli studenti; I servizi di trasporto pubblico sono tra i più cari della Sicilia, per non dire tra i peggiori in termini di qualità: niente navette notturne, corse troppo lunghe, ritardi
Pochi i punti di incontro e di svago, come se si volesse promuovere lastinenza sociale! Non si sono ancora avviati i lavori per il Campus universitario, visto che non sono partiti i finanziamenti. E adesso arriva il paradossale: la segreteria ufficiale di Scienze e Tecniche Psicologiche non si trova a Enna bensì a Catania. Quella del capoluogo ennese è, per così dire, lo “zerbino” di Benvenuto
APRITI CIELO!! Per quanto resisteremo ancora?! Qui cè da riflettere e indagare. Giochiamo a fare i discepoli di Lombroso: non sarà mica che tutti questi disagi sono, a nostra insaputa, dei test di misurazione di pazienza? Questo sarebbe un metodo alternativo per introdurre lo studente allo studio della Psicologia (il tutto in onore di Bandura e ai suoi studi sullaggressività)! Qualcuno avrebbe detto “NON CI RESTA CHE PIANGERE”
Noi preferiamo arrabbiarci chiedendo che venga valorizzato lo studente ennese innanzi tutto come persona. Perché luniversità, rendiamocene conto, non dovrebbe essere solo un esamificio