Al Pala Cus si disputa il Join The Game 2015, manifestazione minibasket che ha richiamato a Catania ragazzi e ragazze da tutta la provincia. Ma un genitore e un allenatore decidono di regolare i conti per uno screzio avvenuto durante una precedente partita U13. Nonostante la presenza dei minori
Cus Catania, botte tra un genitore e un allenatore Adulti alle mani davanti a centinaia di giovanissimi
Quello da poco trascorso non è stato un fine settimana edificante per lo sport siciliano. Un giovane calciatore è finito in prognosi riservata a causa di una lite furibonda scoppiata nel post partita tra Vittoria e Paternò, mentre nessun ferito – ma certamente sensazioni di amarezza – seguono invece la lite scoppiata al Cus Catania in occasione del Join The Game 2015, competizione minibasket riservata ad atleti neppure 14enni, in cui due adulti sono finiti alle mani. Sono un genitore e un allenatore i protagonisti dello scontro domenicale, nato da incomprensioni risalenti al venerdì precedente la manifestazione, in cui si è disputato un regolare incontro di campionato U13 tra la formazione allenata da Dario Parisi, la Lazur Catania, e le pari età della Rainbow Catania, squadra in cui milita la figlia del genitore coinvolto.
La partita, un match affatto rocambolesco terminato 28-59 per la Rainbow, si è disputata nel campo dell’oratorio San Filippo Neri di via Vincenzo Giuffrida a Catania. Con risultato ormai assodato, il genitore di un’atleta vincitrice, sostenuto da altri, decide di protestare veemente per la presunta mancanza di qualche fallo a carico di una delle giocatrici avversarie. A tenere d’occhio la regolarità delle segnalazioni fatte dagli arbitri per tutta la partita è stato Giuseppe Parisi, dirigente della Rainbow stessa che, pur garantendo a tutti i genitori la correttezza del referto, non è riuscito a calmarli. A cercare di placare gli animi è intervenuto il direttore dell’oratorio catanese, Lorenzo Barletta, così come Dario Parisi, in veste di allenatore della squadra avversaria. Mossosi per fare da paciere, il gesto di Parisi è stato però giudicato troppo invadente da parte del genitore-tifoso. Tutto viene poi riportato alla calma, all’apparenza senza strascichi.
Si arriva così a domenica mattina quando, in occasione del Join The Game, l’allenatore Dario Parisi e l’uomo s’incontrano di nuovo al Pala Cus. E si scopre che gli screzi avvenuti al San Filippo Neri non sono per niente superati. Notando la presenza dell’allenatore, il genitore dell’atleta U13 della Rainbow si dirigente verso Parisi, il quale crede in un momento di pacifico chiarimento. Il genitore invece mette le mani sul viso all’allenatore della Lazur Catania, il quale reagisce, provocando così la lite. Nella confusione ormai generale qualcuno ha la prontezza di chiamare una pattuglia dei Carabinieri che intervengono a calma già ristabilita.
«Il nostro movimento non è abituato a questi episodi – spiega Giuseppe Parisi, dirigente della Rainbow presente al San Filippo Neri il giorno della partita –. Quel che è successo deve essere dimenticato. Dario Parisi è conosciuto come un personaggio tra i più pacati dell’ambiente; il genitore della nostra atleta ha assistito alla partita disputata da sua figlia dopo il Join The Game in totale silenzio. I due si conoscevano dalla passata stagione, quando Dario allenava proprio la ragazza. Da quel che so Dario si è anche scusato con le Forze dell’ordine». Come riportato dal blog Basket Catanese, la società Rainbow Catania si è espressa dissociandosi dai fatti violenti. È affidata invece a Facebook la posizione della Lazur, squadra in cui Parisi è vice allenatore in prima squadra. «La Lazur Catania esprime piena solidarietà al proprio allenatore per lo spiacevole e deprecabile episodio», si legge. Ma tra i commenti ricevuti in risposta al post si legge anche quello, meno pacificatore, lasciato dal direttore generale della società catanese, Antonio Aleo: «Solidale… quanno ci vo, ci vo».