Vincenzo consolo ci ha lasciati. La tristezza è infinita. I ricordi sono tanti. Ora dolci come gli attimi della sua vita di bambino immortalati ne la ferita dellaprile; ora amari, come lepilogo dei moti di alcara li fusi, descritti ne il sorriso dellignoto marinaio. Lo ricorda in questo articolo il nostro stefano vaccara. E lo fa legando la sua dimensione artistica alla realtà siciliana, ai nostri giorni contrassegnati da vecchi e nuovi problemi e da vecchi e nuovi dolori. E una bella maniera per ricordarlo: perché vincenzo consolo - a nostro modesto avviso - non ha mai smesso di immaginare una sicilia migliore, affrancata da prepotenze e prepotenti. Senza mai perdere la sua grande capacità di raccontare. Magari in iro per la sicilia. Magari a pantalica (vedere foto), luogo magico a cui lo scrittore era particolarmente legato.