Crollo via Crispi, dopo quattro anni comincia il processo Presentata lista testi. Unico imputato è Arturo Rossello

Si è aperto il dibattimento del processo scaturito dal crollo della palazzina al civico 111 in via Francesco Crispi. Un’udienza interlocutoria, con le richieste di prova da parte dell’accusa, che arriva a quattro anni dai fatti, avvenuti il 26 febbraio del 2017. Di quella notte l’unico segno ancora visibile è l’edificio sventrato e inagibile. All’interno sono rimasti alcuni suppellettili e i muri crepati dall’esplosione che causò la morte della pensionata 85enne Agata Strano. Uccisa mentre dormiva nel suo letto al secondo piano della palazzina. Rosaria Nicosia, 69 anni, morì invece il 31 marzo dopo avere lottato per oltre un mese nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Garibaldi. La donna al momento del crollo si trovava al primo piano di un edificio adiacente, al civico 103 della stessa via Crispi. Prosegue ancora oggi, invece, il percorso di recupero e la ripresa di una bambina che all’epoca dei fatti aveva appena dieci mesi.

Unico imputato è l’inquilino del primo piano Arturo Russello, 65 anni, accusato dalla procura di Catania di omicidio e disastro colposo. All’uomo, come si legge nei capi d’imputazione, viene contestato il fatto di non avere controllato la corretta chiusura della bombola a gas della stufa con cui si riscaldava. Lo stesso Russello, difeso dall’avvocata Rosaria Alessandra Sgroi, rimase ferito dopo il botto con escoriazioni alla testa e alle mani e la frattura della mascella e di alcune costole. Particolari che resero necessario il ricovero, prima all’ospedale Vittorio Emanuele di Catania e successivamente al Civico di Palermo

Tra le parti offese ci sono i due figli di Agata Stano, le tre sorelle e il fratello della donna. Poi la consuocera di Rosaria Nicosia e la mamma della piccola rimasta ferita, difesa dall’avvocato Vincenzo Ragazzi. Cinque invece le parti civile costituite. Davanti alla giudice Cristina Cilla, della prima sezione penale, sfileranno nei prossimi mesi i testimoni di accusa, rappresentata dalla sostituta procuratrice Raffaella Vinciguerra, difesa e parti civili. Già durante la nuova udienza fissata in calendario toccherà a tre testi. 

Terminato il lavoro di soccorritori e vigili del fuoco, a occuparsi della messa in sicurezza dell’edificio è stata, con una procedura di somma urgenza, la ditta Lucia costruzioni srl di Santa Venerina. Qualche giorno prima, il Comune di Catania aveva inviato una diffida all’amministrazione dell’immobile, chiedendo di provvedere entro 48 ore. A maggio del 2017 le macerie, con in mezzo i tanti effetti personali dei residenti, dopo essere state rimosse, vennero accumulate – rimanendo anche incustodite come rivelato da MeridioNews – in uno slargo, nei pressi dell’autoparco comunale della nettezza urbana in contrada Pantano d’arci


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