È stato il deputato Danilo Lo Giudice a presentare un'interrogazione all'Ars. Intanto, nell'anno della pandemia i dati sono più confortanti del precedente. «Retaggi culturali vogliono un cadavere composto», spiega il coordinatore del Ctr Giorgio Battaglia
Crescono le donazioni degli organi, ma i dissensi restano alti «La Regione ha sospeso rimborso per trasporto delle salme»
«Un letto di morte che può diventare un letto di rinascita». È così che il coordinatore del centro regionale per i trapianti di organi e tessuti Giorgio Battaglia riassume il senso della scelta della donazione. Dopo i dati sconfortanti dell’anno scorso – che avevano fatto registrare un calo del 40 per cento sull’Isola – quello della pandemia da Covid-19 è stato «un periodo di primavera». Il 2020 si è chiuso, infatti, con un aumento dell’attività di donazione e trapianto di organi: da 44 a 50, con un incremento quasi del 14 per cento. E anche questi primi mesi del 2021 sembrano confermare un trend positivo: dall’1 gennaio a oggi (ieri per chi legge) si sono già registrati 21 donatori effettivi. Numeri dietro cui ci sono storie di morte e di vita, di persone e di famiglie che sono arrivate anche all’Ars con un’interrogazione presentata del deputato del gruppo misto Danilo Lo Giudice. Il tema riguarda la sospensione del rimborso spese per il trasporto delle salme sostenute dai familiari dei donatori di organi.
C’è un articolo di una legge nazionale del 1991 (la numero 91 del primo aprile, Disposizioni in materia di prelievi e di trapianti di organi e di tessuti) che prevede un contributo per il trasferimento del feretro dall’ospedale al cimitero. Il rimborso – da erogare entro 60 giorni dal decesso – è di 1000 euro per il trasporto della salma entro il Comune dove è avvenuto il decesso, 1500 euro entro la Provincia e 2000 euro fuori dalla Provincia o dalla Regione. «Inspiegabilmente questa attività in Sicilia è stata sospesa – si legge nel documento indirizzato al presidente Nello Musumeci che, in questo momento, ha anche la delega alla Sanità – Associazioni, enti no profit e cittadini lamentano il mancato ristoro alle istanze di contributo già avanzate dal 2018 e rimaste disattese». E, intanto, mentre il deputato chiede chiarimenti sulla sospensione e il ripristino del rimborso, dal centro regionale arriva l’impegno di «predisporre l’erogazione di questo contributo nella ristrutturazione e riprogrammazione delle nostre risorse. Un modo – spiega Battaglia a MeridioNews – per ringraziare le famiglie che sono state così generose».
L’azienda ospedaliera con il maggior numero di donatori in Sicilia nel 2020 è stato il Policlinico di Messina con otto, seguita da Villa Sofia Cervello e l’Arnas Civico a Palermo con sei. Resta, però, ancora alto il numero delle opposizioni alla donazione registrate nei reparti di Rianimazione da parte dei familiari di pazienti deceduti che risultano idonei. Erano state 64 nel 2019 e sono scese a 55 nel 2020, un dato (il 44 per cento) che comunque lascia la Sicilia all’ultimo posto a livello nazionale. «Il corridoio dietro la porta della Rianimazione – sottolinea il coordinatore del Ctr – non è il luogo né il momento più adatto per fare una scelta così delicata. L’ideale sarebbe non delegare questa decisione ai parenti, ma prenderla in prima persona e lasciarlo stampato nel proprio documento d’identità», aggiunge Battaglia.
Sull’Isola, però, è ancora alta pure l’opposizione alla donazione che si registra negli uffici anagrafe al momento del rilascio o del rinnovo della carta d’identità: su un totale di 506.652 dichiarazioni, il 41,8 per cento (211.686) è di dissenso. «Per questo motivo – afferma il coordinatore – stiamo formando gli operatori comunali e abbiamo anche una convenzione con la sezione regionale della Cei (la Conferenza episcopale italiana, ndr). È necessario un lavoro di sensibilizzazione – conclude Battaglia – perché ci sono retaggi nella nostra cultura del cadavere che lo vorrebbero conservato in tutta la sua compostezza». Saremo pure polvere, ma non è detto che dobbiamo tornare a esserlo per intero.