I crateri Silvestri e la regolamentazione dell’area. Sulla vicenda del biglietto d’ingresso per accedere ai crateri, introdotto dal proprietario dell’area, l’imprenditore Francesco Russo Morosoli, interviene con un post su Facebook l’ex presidente del Parco dell’Etna e attuale sindaco di Belpasso, Carlo Caputo. Nel post ricorda i precedenti tentativi di regolamentazione e chiede un intervento deciso […]
Foto Carlo Caputo su Facebook.
Crateri Silvestri, l’ex presidente del Parco e il nodo regolamentazione. «Serve anche un accesso gratuito»
I crateri Silvestri e la regolamentazione dell’area. Sulla vicenda del biglietto d’ingresso per accedere ai crateri, introdotto dal proprietario dell’area, l’imprenditore Francesco Russo Morosoli, interviene con un post su Facebook l’ex presidente del Parco dell’Etna e attuale sindaco di Belpasso, Carlo Caputo. Nel post ricorda i precedenti tentativi di regolamentazione e chiede un intervento deciso dell’ente Parco.
Il tentativo di regolamentazione dei crateri Silvestri
«Durante la mia presidenza – scrive Caputo – è stato proposto un primo tentativo di regolamentazione degli accessi ai Silvestri. In piena emergenza Covid il proprietario installò paletti e pannelli informativi, chiedendo al Parco di autorizzare questa regolamentazione. La risposta del Parco fu negativa sostenendo che i crateri non necessitassero di una regolamentazione degli accessi». Successivamente, aggiunge, «fu presentato dal privato un nuovo progetto per creare un laboratorio all’aperto per studi e ricerche e gestire i flussi dei visitatori. Il mio incarico si concluse ma il progetto rimase, per quanto a mia conoscenza, non esaminato e quindi non approvato».
Il caso del biglietto d’ingresso

Caputo non esclude in assoluto la possibilità di un ticket d’ingresso, ma pone una condizione chiara: «Se i Silvestri restano di proprietà privata, si può valutare un ticket solo in cambio di un servizio tangibile per il visitatore. Ma deve essere garantito sempre un percorso di accesso gratuito per tutti». L’ex presidente indica tre possibili strade: conciliare l’interesse del privato con quello pubblico tramite il Parco, procedere all’esproprio dell’area con fondi regionali, oppure far riconoscere ai Silvestri un uso pubblico storico «considerata la libera fruizione protrattasi per oltre un secolo». Ciò che più preoccupa, conclude Caputo, è l’assenza di reazione da parte delle istituzioni: «Ogni attività economica all’interno del Parco deve avere un parere vincolante dell’Ente e le necessarie autorizzazioni urbanistiche e di sicurezza».