Esercizio abusivo della profesione e falsità ideologica. Sono queste le accuse rivolte dai militari del Nucleo antisofisticazioni e sanità a tre professionisti etnei. I test trovati erano di dubbia provenienza. Sequestrati anche moduli in bianco già firmati
Covid, in tre falsificavano referti dei tamponi rapidi A Catania il Nas sequestra kit a medici e infermiere
Avrebbero messo in piede un sistema illecito di esecuzione delle analisi per verificare la positività al Covid da parte di cittadini che si sottoponevano al controllo, per poi falsificare i referti. A scoprire il tutto i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità di Catania, impegnati ormai da mesi al controllo e alla ricerca di quelle strutture abusive che praticherebbero le attività di prelievo e analisi per la ricerca del Covid-19.
In particolare i militari dell’Arma dei Nas hanno individuato tre professionisti che sarebbero gli autori di questo sistema poco trasparente nella realizzazione delle analisi anti-Covid. Si tratta di un infermiere professionale, che lavora presso una struttura socio-assistenziale del circondario del capoluogo etneo, ritenuto responsabile di aver eseguito abusivamente a privati test rapidi di provenienza sospetta e due medici con il compito, invece, di produrre falsa certificazione da esibirsi presso l’autorità sanitaria per l’adempimento improprio di protocolli sanitari dei destinatari dei tamponi.
Nel corso dell’attività investigativa sono stati sequestrati 25 kit diagnostici e 33 tamponi rino-faringei di dubbia provenienza, nonché referti in bianco, sottoscritti già dai due medici indagati. Il valore del sequestro ammonta a circa 500 euro. I tre professionisti sono stati denunciati a piede libero e dovranno rispondere, a vario titolo ed in concorso tra di loro, di esercizio abusivo della professione sanitaria e falsità ideologica in certificazione cliniche.