Cittadini, associazioni e l'emittente televisiva Telejato si ritroveranno davanti il nosocomio per evitare possibili riduzioni di posti letto o reparti. L'ospedale serve diversi Comuni e abbraccia una popolazione di circa 150mila abitanti
Covid-hospital di Partinico da lunedì verrà riconvertito Una manifestazione per scongiurare depotenziamento
Una manifestazione per difendere l’ospedale di Partinico, messo a dura prova in questi mesi di pandemia. È l’iniziativa promossa da un comitato spontaneo formato dal movimento Cittadinanzattiva, dal gruppo Rivogliamo l’ospedale di Partinico, dalla chiesa del territorio e dall’emittente televisiva Telejato, per chiedere alla Regione Siciliana e all’Asp di Palermo che il nosocomio, uno dei covid hospital della Sicilia, riprenda a essere pienamente operativo.
Lo scorso 27 maggio era stato l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza a comunicare la riconversione dell’ospedale, nel corso di una sua visita proprio all’interno della struttura. «Ci ha detto che riaprirà nella sua interezza ma noi non ci fidiamo ed è per questo che abbiamo confermato la manifestazione – spiega a MeridioNews Pino Maniaci, direttore di Telejato e tra gli organizzatori –. Difficilmente tornerà tutto com’era prima, basti pensare che numerosi medici sono stati trasferiti in altre strutture palermitane». Da quando, lo scorso marzo, l’ospedale è stato destinato ad ospitare esclusivamente i pazienti affetti da Covid-19, infatti, si è assistito a quello che da più parti è stato definito uno «smantellamento», con le unità operative smembrate e trasferite in altri presidi ospedalieri della provincia.
«La Ginecologia è stata portata a Corleone, la Pediatria ad Alcamo e la Chirurgia a Palermo, giusto per fare qualche esempio – continua Maniaci – in questi 75 giorni c’è stato il caos totale». Il riferimento è al fatto che il nosocomio serve un territorio molto vasto, popolato da quasi 150mila abitanti, che oltre Partinico comprende i Comuni di Borgetto, Montelepre, Giardinello, Terrasini, San Giuseppe Jato, Trappeto e tanti altri, con migliaia di cittadini che da un giorno all’altro si sono trovati a dover fare i conti con visite annullate e disagi continui, legati anche alla chiusura del Pronto soccorso, stretta conseguenza della conversione dell’intera struttura.
«Le donne in procinto di partorire venivano mandate a Palermo o ancora peggio a Corleone, col rischio che avrebbero potuto trovarsi costrette a dover fare nascere i propri figli in ambulanza», aggiunge Maniaci. Effettivamente, la distanza tra Partinico e Corleone è stimata in un’ora, che aumenta se ci si sposta dai Comuni limitrofi. Se a questa si aggiunge il fatto che la provinciale in questione è completamente dissestata e piena di deviazioni, la percorrenza potrebbe addirittura raddoppiare.
Alla manifestazione, che domani (30 maggio) avrà inizio a partire dalle ore 9.00 davanti l’ospedale di Partinico, hanno aderito anche alcuni deputati regionali e nazionali, i sindaci del comprensorio, consiglieri e associazioni. «Che ospedale sarà quello che sta per riaprire?», si chiedono gli organizzatori, che alla luce di quanto accaduto temono il depotenziamento del nosocomio.