Tre casi positivi al nuovo coronavirus sono stati individuati tra i lavoratori dello stabilimento catanese della Sibeg, l’imbottigliatore siciliano autorizzato della Coca-Cola. La scoperta è stata fatta attraverso i test sierologici che sono stati effettuati in questi giorni ai dipendenti del sito della zona industriale di Catania.
Tutti e tre i casi emersi sono asintomatici ma hanno comunque fatto scattare lo stato di emergenza e la direzione dell’azienda ha coinvolto le autorità sanitarie competenti. «La salute e la sicurezza delle persone sul luogo di lavoro sono da sempre una priorità per Sibeg», spiega l’amministratore delegato Luca Busi. Nei giorni scorsi, l’azienda ha offerto a tutti i dipendenti il test sierologico per la ricerca degli anticorpi, facendo uno screening a tappeto «per avere un chiaro quadro epidemiologico e gestire prontamente eventuali rischi», spiega Busi.
Sul primo campione – di circa 140 lavoratori – sono emersi tre casi positivi. «Non appena appresa la notizia, giovedì scorso, abbiamo immediatamente evacuato lo stabilimento – fanno sapere da Sibeg – segnalato all’Asp di competenza per effettuare i tamponi, tracciato tutti i contatti avvenuti in azienda e fermato la produzione per attivare tutte le procedure previste dalla legge». Adesso, come riportato da LiveSicilia, sono 15 i lavoratori in quarantena.
I vertici di Sibeg sono in contatto con le autorità sanitarie per monitorare la situazione: «Abbiamo sanificato tutti gli ambienti di lavoro, uffici e locali di produzione (operazione che verrà effettuata ogni settimana) – continua Busi – in questi giorni, verranno eseguiti test sierologici alla restante parte della forza lavoro che non li ha ancora effettuati (un centinaio)».
Dall’azienda assicurano inoltre che i test verranno effettuati ogni settimana per i lavoratori che operano nella produzione; ogni 15 giorni per i dipendenti impiegati nell’area amministrativa e commerciale. «Siamo pronti e preparati per una lunga convivenza con una condizione di endemia – garantisce l’ad di Sibeg – Siamo chiamati al massimo rigore e al massimo sforzo per garantire una priorità assoluta: la salute e la sicurezza dei nostri lavoratori e delle loro famiglie».
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