Covid-19, sospesi 38 medici non in regola col vaccino «Non si tratta solo di no-vax. Valutiamo i singoli casi»

Sospesi 38 medici che non risulterebbero ancora in regola col vaccino. Questa la decisione dell’Ordine dei chirurghi e odontoiatri della provincia di Catania, che ha avviato le procedure stabilite dal dpcm del 17 dicembre relativo alla sospensione del personale sanitario che non ha completato il ciclo vaccinale anti-Covid. Nei giorni scorsi a tutto il personale è arrivata una mail di posta elettronica certificata in cui veniva chiesta la certificazione di avvenuta vaccinazione. A inviare la mail è stato lo stesso Ordine, che nei provvedimenti sul controllo vaccinale dei medici, adesso, si sostituisce all’Azienda sanitaria provinciale. 

Ma Igo La Mantia, presidente dell’Ordine etneo ci tiene a chiarire. «Gli accertamenti che stiamo svolgendo sulla base di elenchi forniti dal ministero della Salute sono lunghi e complessi – precisa – La situazione infatti richiede cautela, perché in questo elenco non ci sono solo medici no-vax, ma si tiene conto delle possibili condizioni che hanno impedito i singoli di mettersi in regola con la terza dose del vaccino anti-Covid». Gli elenchi contengono l’informazione «vaccino eseguito/vaccino non eseguito». «Non tengono conto – prosegue La Mantia – di tutte le altre possibili condizioni che non hanno permesso al personale di mettersi in regola col ciclo vaccinale: per esempio nei casi di esenzione o differimento, per avvenuta malattia o perché si è in attesa di prenotazione o di somministrazioni all’estero». 

L’attività istruttoria che è stata avviata riguarda circa 500 nominativi. A ognuno degli iscritti, l’Ordine ha chiesto di fornire la documentazione entro 5 giorni. «Per la stragrande maggioranza si parla di problemi burocratici e di mancate risposte – conclude La Mantia – Ecco perché mi appello ai colleghi: guardate la posta elettronica certificata e rispondete entro i termini stabiliti dalla legge. L’ Ordine ha una funzione di garanzia rispetto alla professione e non può trasformarsi in organo di carattere inquisitorio e investigativo: non vogliamo assolutamente che si crei un clima di conflittualità fra i nostri colleghi».


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